L’accuse di Gabriella Guzzini, sorella di Silvino, nella vicenda della BCC

Prima o poi arriva per tutti il momento di rispondere delle proprie azioni e di pagare e …con gli interessi, visto che si tratta di una Banca

Recanati

Irrompe nella vicenda della BCC di Recanati-Colmurano Gabriella Guzzini, sorella di Silvino, presidente per 16 anni consecutivi dell’istituto di credito recanatese,  poi defenestrato nel 2007. Con un duro comunicato Gabriella Guzzini ricorda la disperazione, la solitudine e l’isolamento in cui venne gettato suo fratello, che dovette affrontare pure un’inchiesta della magistratura conclusasi con l’archiviazione dei fatti contestati. La sorella ricorda il bene, invece, fatto da Silvino e che la vita è una ruota: “prima o poi arriva per tutti il momento di rispondere delle proprie azioni e di pagare e …con gli interessi, visto che si tratta di una Banca.” Gabriella Guzzini sottolineando come “a distanza di pochi anni dalla nomina a presidente di Giacomo Regnicolo, in sostituzione del defunto Silvino Guzzini e della nomina a direttore generale di Simone Marconi, subentrato a Giorgetti, la Bcc di Recanati-Colmurano sta conoscendo uno dei periodi più amari della sua storia, sta vivendo giorni inimmaginabili sino a qualche tempo fa, frutto di una gestione a dir poco discutibile”. Lancia poi delle frecce acuminate domandando se in questi ultimi anni “Regnicolo e Marconi hanno operato sempre per il bene della banca”? Vuol conoscere “il loro progetto, le loro priorità e quali i valori che ispiravano non solo le loro azioni ma anche quelle dell’intero Consiglio di amministrazione”. Gabriella Guzzini evoca poi la presenza di un grande vecchio, una vera eminenza grigia che con  “la denigrazione, le accuse, l’umiliazione ha portato all’allontanamento del vecchio presidente”.  Lo sfogo continua con la denuncia di manovre poche chiare che avevano l’unico scopo di gettare “fango” contro il fratello e l’ex direttore Giorgetti che avevano preso in mano “la banchetta, come era allora nota, ed insieme l’hanno trasformata in una vera Banca che generava profitti, creava occupazione, apriva ogni anno nuovi sportelli e sosteneva tante iniziative sociali e culturali”. La lettera si chiude con la considerazione che da “persone che hanno responsabilità e potere ci si aspetta sempre correttezza e coerenza e che soprattutto abbiano rispetto degli altri, delle famiglie, delle aziende e di tutte quelle realtà che operano e vivono nella nostra città”. a.t.

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