Non sono stati riconosciuti quelli realtivi alle ditta Alfredo Palmieri e Ambiente 3000
Recanati
Rischia di avere pesanti risvolti legali la vicenda dei due presunti debiti fuori bilancio per complessivi 436.000 euro che, con la decisione presa, l’altra sera, a maggioranza dal Consiglio Comunale, non sono stati riconosciuti (nella maggioranza astenuto Franco Frapiccini e assenti Piergiorgio Moretti e Antonella Mariani), mentre l’opposizione è uscita dall’aula preferendo non partecipare alla votazione. Le due ditte interessate, quelle di Alfredo Palmieri (341.051,60 euro) e Ambiente 3000 (95.595,58 euro), difese entrambe dallo studio legale Lorenzo Riccetti di Porto Recanati, avevano presentato, nel luglio scorso, al Tribunale Civile di Macerata, due decreti ingiuntivi per il pagamento delle loro spettanze allegando, a riprova, numerose fatture emesse nel periodo 2005-2009 con specificati, per ognuna, i lavori eseguiti. Si tratta di ditte fiduciarie del Comune che sono intervenute, in tempi diversi, per eseguire opere di manutenzione ordinarie sul verde pubblico, strade, fossi e altro. Il giudice ha accolto i due decreti ingiuntivi dando tempo 40 giorni al Comune per pagare le somme richieste. Angelo Gattafoni, legale dell’Ente, si è opposto sostenendo, che, trattandosi di forniture di materiale vario e di interventi di manutenzione, era difficile, in assenza di regolare documentazione, accertare la reale sussistenza del debito. Si è aperto, così, un contenzioso che sarà risolto in sede civile perché, naturalmente, le due ditte non ci stanno a rinunciare ad un credito che considerano legittimo. L’Ente, da parte sua, si fa forte della minuziosa istruttoria del dirigente dell’ufficio tecnico, Maurizio Paduano, che asserisce l’insussistenza dei due debiti fuori bilancio non essendo “accertati né dimostrati, si legge, l’utilità e l’arricchimento per il Comune”. Ma il professionista è arrivato addirittura a non escludere che alcune di queste fatture fossero già state pagate dall’Ente, insinuazione grave che ha provocato, comprensibilmente, la reazione risentita degli interessati che, sempre tramite il loro legale, hanno prima invitato il dirigente a stralciare dalla relazione una simile affermazione, che considerano diffamatoria, e, visto che ciò non è avvenuto, si sono riservati 48 ore di tempo per procedere a querela nei confronti del professionista. Ma c’è anche un aspetto politico da valutare. Con l’atto di Consiglio dell’altra sera la maggioranza ha negato, in definitiva, che esistano debiti fuori bilancio per circa mezzo milione di euro. Allora perché quei manifesti, fatti affiggere dal Pd, in cui si diceva che la giunta Corvatta aveva lasciato in eredità “un mare di debiti”? Altra vicenda di cui si sta già occupando il Tribunale di Macerata per una serie di querele presentate dallo stesso Corvatta e da alcuni ex amministratori.