I parlamentari italiani oggi vivono una situazione particolare: esercitano il mandato approvando provvedimenti che vengono loro sottoposti da un governo tecnico e che spesso non riescono a modificare, integrare, arricchire perché viene posta la fiducia. La decretazione d’urgenza è ormai una prassi consolidata e c’è chi parla addirittura di sospensione della democrazia. Sbaglia però chi pensa che si possa arrivare fino alla scadenza del mandato senza approfittare di un periodo che oltre agli aspetti negativi che ho citato propone un clima rinnovato di collaborazione e di responsabilità. E allora, dico ai parlamentari del PDL che è giunto il momento di affrontare una delle ragioni che hanno contribuito ad allontanare gli elettori dai partiti e a far dire ai più che essi sono inutili: la questione dei rimborsi elettorali e del finanziamento dei partiti. E’ ora di fare una legge che affronti il tema e lo risolva, un provvedimento atto ad evitare che soldi pubblici vengano utilizzati per fini privati. Se i partiti servono per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale, come recita la Costituzione, è necessario che una legge li disciplini, così come fa per le società, assicurando regole di partecipazione e di funzionamento. Solo i partiti che risponderanno ai requisiti previsti potranno accedere ai contributi i quali dovranno avere destinazioni prestabilite e finalità di pubblico interesse( ad esempio scuole di partito per formare le nuove classi politiche) ed essere ripartiti sul territorio. Se volete ridare dignità a voi stessi e a chi fa politica in nome del PDL in periferia, nei comuni, dove se si governa lo si fa con difficoltà e se si sta all’opposizione è ancora peggio, dove non ci sono fondi neanche per fare un volantino, un manifesto, per organizzare una conferenza, mentre sui giornali leggiamo di miliardi di rimborsi elettorali, non perdete tempo, fatevi promotori di una riforma necessaria per il paese, prendetevi il merito della serietà e dell’onestà, dimostrate che la questione morale non è fatta solo di parole e di buone intenzioni ma di atti.