La vicenda del Campo Sportivo Farina fa riecheggiare la celebre canzone di Celentano
Su un’opera pubblica importante come questa non ci può essere spazio per inutili polemiche, ed è con questo animo che pongo ai nostri amministratori un serio problema che inciderà fortemente nel tanto decantato paesaggio recanatese.
Sono sempre più convinto che per costruire un buon futuro occorre essere pienamente a conoscenza del nostro passato, quindi della nostra storia che ha fatto grande nel mondo la nostra piccola città.
I miei modesti contributi alla conoscenza della storia recente sono sempre supportati da fotografie e da altri documenti che sono tesi a far maggiormente apprezzare e conoscere il nostro patrimonio storico, artistico, culturale e paesaggistico, da cui tutti i turisti rimangono incantati.
Recanati, nell’ambito del suo auspicabile sviluppo sociale, economico, turistico, deve sempre tenere presente che il futuro città potrà essere migliore se saremo molto attenti alla conservazione del nostro patrimonio.
Sono perfettamente d’accordo con l’assessore Galassi quando afferma che “Recanati non può restare ferma” e posso anche capire che il suo gruppo politico aveva in mente un diverso progetto di risanamento di quell’area, ma viste alcune brutte vicende che io ho per primo sollevato come i pannelli fotovoltaici nella storica collina Montironi, la demolizione totale della struttura del mattatoio considerata archeologia industriale, e ora il nuovo ascensore di Porta Cerasa, tutto ciò come cittadino mi preoccupa seriamente.
Senza ripercorrere interamente la storia di quel luogo, nata come campo di Marte e foro boario poi campo sportivo e poi campo polifunzionale con annesso svolgimento di opere liriche con Beniamino Gigli, bisogna tuttavia convenire che quel paesaggio, nonostante le variazioni di destinazione d’uso nel tempo si è finora conservato.
La bellezza di esso affascina tanti turisti che, percorrendo il centro storico e affacciandosi poi dal balcone di Palazzo Venieri, possono ammirare a 180 gradi la grande, splendida, armoniosa visuale che inizia dal campo sportivo sempre verde, che di giorno si integra pienamente nel contesto generale e che nell’ora blu del tramonto risplende tra le luci accese fino ad estendersi nelle colline e nei campi colorati e ad abbracciare Loreto, il mare, il Conero.
A ciò va aggiunta la circostanza che proprio in quel luogo si svolge la vita sociale e sportiva di tanti ragazzi che vi effettuano la loro attività, alternandosi per tutto il pomeriggio fino a notte, come si può vedere nella mia foto.
Questo fazzoletto di terra nel tempo ha svolto la funzione di una seconda piazza a ridosso del centro storico, come punto di aggregazione importante, prima con i vari mercati, poi con lo sport che ancora oggi appassiona molte famiglie le quali assistono alle varie manifestazioni contribuendo così fortemente alla vitalità del centro storico.
Occorre anche ricordare che nel capo sportivo F.lli Farina nel 2004 sono stati fatti importanti lavori di ristrutturazione come, fognature, drenaggi, nuova illuminazione e manto sintetico, investimenti fatti con pubblico denaro di 400-500 mila euro e che il suo disfacimento sarebbe un grave atto, soldi buttati al vento, in un momento economicamente difficilissimo per i cittadini che vengono penalizzati da tasse pesantissime.
L’area degradata su cui urge invece un’opera di risanamento è quella relativa alle ex stalle Isidori di via Adriatico e all’ex campo boario sottostante che sarebbe pienamente sufficiente a soddisfare la necessità dei parcheggi per il centro storico, senza contare che dal punto di vista paesaggistico le auto verrebbero meglio nascoste dall’ambiente e si troverebbero ad un livello più basso.
Il precedente progetto del centro città, che poteva anche essere migliorato, aveva almeno il pregio di conservare l’attuale campo sportivo.
Questo nuovo progetto che ha seguito dubbie procedure amministrative, trasformerà drasticamente la destinazione d’uso di questo antico luogo che non sarà più occasione di ritrovo per la gente, ma sarà destinato al ricovero delle auto.
Non condivido invece quando l’assessore Galassi dichiara “ci vuole coraggio ad intervenire sull’argomento….”, non tenendo conto che a quel primo progetto di centro città hanno concorso tanti uomini con seria convinzione e con una visione diversa; voglio inoltre ricordare all’assessore che tutti hanno il sacrosanto e democratico diritto di esprimere le proprie idee e che il mio contributo ha lo scopo di sensibilizzare i cittadini e i giovani amministratori ad ascoltare quanto viene detto nel solo e unico interesse della città.
Sembrano proprio riecheggiare le note della celebre canzone “La via Gluc” di Celentano: “Là dove c’era l’erba…. Ora solo catrame e cemento…”
Antonio Baleani