Il sindaco Fiordomo e l’assessore alla cultura Rita Soccio erano stati, forse, troppo ottimisti sull’adesione dei cittadini alla campagna di sensibilizzazione avviata per raccogliere fondi per finanziare l’intervento di manutenzione e riqualificazione della Torre Civica, edificata nel XII secolo, per renderla visitabile a tutti: turisti e recanatesi. Tant’è che all’inizio dell’anno, quando lanciarono l’iniziativa chiamando a raccolta tutti gli studi professionali del territorio, in modo particolare commercialisti e consulenti del lavoro, avevano indicato l’inizio dell’estate come possibile data di apertura della Torre, una volta terminato il recupero dei suoi spazi interni, sino a rendere visitabile la copertura con le antiche merlature ghibelline attraverso le quali è possibile scorgere e godere il meraviglioso panorama che va dal mare Adriatico ai monti Sibillini.
Eppure l’occasione per indurre privati ed aziende a fare opera di mecenatismo c’era e si chiamava “art bonus”, una nuova legge che permette di usufruire di un credito di imposta sulle donazioni per interventi di manutenzione e restauro di beni culturali pubblici e per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura. Nello specifico il credito d’imposta è del 65% sino a fine 2015 e del 50% dal 2016 al 2019. Sconsolato Antonio Bravi, assessore al bilancio, che confessa che sino ad oggi l’iniziativa è stato un flop.
Ma si può anche capire il perché “l’art bonus, dice, non abbia avuto grande successo. Intanto se io faccio una donazione di 1000 euro risparmio le tasse su 650 euro ma i rimanenti 350 euro li devo sborsare e pagarci le tasse. Poi bisogna anche capire che a rispondere oggi possono essere soltanto quei soggetti e quelle aziende che non sono in crisi e verso le quali arrivano normalmente mille altre richieste di sponsorizzazioni varie. Non è possibile rispondere a tutti.”
Allora che si fa con la Torre? “Andiamo avanti sino a fine anno e se non ci sono novità, nel 2016 vedremo di provvedere direttamente con le risorse del Comune.”
Rita Soccio, anche lei amareggiata, addebita l’insuccesso dell’operazione ad un difetto di comunicazione. Forse, non si è compreso bene, secondo l’assessore, il significato culturale dell’operazione e l’opportunità che dà la legge di defiscalizzare le donazioni, operazione che rimane ancora più difficile fare il prossimo anno dove la percentuale scende al 50%. Neppure “l’orgoglio di essere recanatese”, su cui aveva puntato il sindaco Fiordomo per il successo dell’iniziativa, è riuscito a far breccia fra i cittadini né ha dato risultato migliori il suo impegno personale di cercare “gli imprenditori anche sulla scorta dell'esperienza del film Il giovane favoloso che dimostra come la cultura e la qualità hanno un ritorno economico.”
L’amara realtà è che non c’è un quattrino in giro e l’indecisione economica in cui vive il paese induce il cittadino ad avere il braccino corto, quello che, d’altra parte, dimostra di avere lo stesso Comune e lo Stato nei suoi confronti.
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