ABORTI E POLITICHE FAMILIARI, LE ASSOCIAZIONI ASCOLTATE IERI IN AUDIZIONE ALLA IV COMMISSIONE REGIONALE

"Sostegno alla natalità", "sinergia tra servizio pubblico e associazioni di volontariato" per la costituzione di consultori, creazione di "strutture a servizio e sostegno della maternità indesiderata" e rispetto del "diritto di obiezione di coscienza" che è "costituzionalmente garantito". Queste sono solo alcune delle proposte del Forum delle associazioni familiari Marche, di Federvita e dell'Associazione Scienza & Vita, emerse nel corso dell'audizione aperta a diverse realtà associative che si è tenuta ieri pomeriggio presso la quarta commissione consiliare permanente Sanità e Politiche sociali. La seduta era dedicata al problema delle interruzioni di gravidanza nell'ospedale di Jesi, che non sarebbero garantite a causa del fatto che tutto il personale medico è obiettore. La questione era stata sollevata alcuni giorni fa dallo stesso presidente della commissione, Fabrizio Volpini, preoccupato dell'applicazione della legge 194/78 che è "un preciso diritto" e "come tale va garantito e tutelato".

Nel corso dell'audizione Paolo Perticaroli presidente del Forum delle associazioni familiari Marche, che riunisce 24 associazioni che hanno aderito sia a livello nazione che locale, ha sottolineato che "stiamo assistendo ad alzate di scudi per la razionalizzazione dei punti nascita, che potrebbe veramente comportare delle problematiche per spostarsi, penso ad esempio alla situazione della nostra provincia di Ancona dove si vogliono chiudere Fabriano e Jesi, mentre si propone che un Dirigente medico, da Senigallia, con costi notevoli, si sposti per provvedere all'interruzione di gravidanza che non è una malattia". Perticaroli ha poi ricordato che "sono ferme proposte di legge regionali come quella a sostegno delle famiglie adottive, o quella di potenziare i consultori; inoltre abbiamo richiesto un momento di confronto con gli amministratori locali sulla fiscalità a misura di famiglia: credo che il nostro impegno dovrebbe dunque essere rivolto a sostegno della natalità con più serietà e meno ideologia". Il pesarese Paolo Marchionni, medico e consigliere nazionale di Scienza & Vita, ha rilevato che "il numero di medici non obiettori che svolgono l'attività di interruzioni di gravidanza è ampiamente in grado di garantire il fabbisogno marchigiano, se si considera che la media di aborti per ciascun ginecologo non obiettore si attesta su un'interruzione a settimana contro la media nazionale di 1,60 a settimana, quindi con carico addirittura inferiore alla medesima media nazionale". Inoltre "le strutture marchigiane ove non si pratica l'interruzione di gravidanza sono 3 su 15 dove esistono reparti di ostetricia e ginecologia, ovvero l'interruzione di gravidanza si pratica nell'80% delle strutture, contro una media nazionale del 60%. Quindi l'accessibilità alle strutture è decisamente più agevole nelle Marche rispetto ad altre regioni, e non pare esservi un problema significativo. Peraltro la riorganizzazione del Servizio sanitario regionale, con la chiusura-ridimensionamento di alcuni servizi e/o presidi sta già rimodulando l'offerta, e pertanto sta già chiedendo ai cittadini, in genere, una mobilità presso altre sedi: non si vede perché in questo caso debba essere considerato un ostacolo insormontabile, mentre non lo sarebbe per la persona anziana che deve spostarsi sul territorio della regione per fruire di un'altra prestazione". Davide Rizzo, presidente di FederVitaMarche, federata con il Movimento per la Vita italiano, che raccoglie e coordina sul territorio tutti i Centri aiuto alla Vita, Case d'accoglienza, Movimenti per la Vita, ovvero ben 22 associazioni di volontariato, si è detto convinto che "che non esiste nella regione Marche o in qualsiasi altra regione italiana, e i dati lo dimostrano, un problema di medici obiettori che impediscono l'esercizio di qualsivoglia diritto delle donne; laddove vi fosse un problema legato a ritardi tocca alle amministrazioni risolverlo. La soluzione, il più delle volte potrebbe essere semplice sottoscrivendo apposite sovvenzioni, bandendo nuove assunzioni oppure sensibilizzando a dovere le nostre giovani generazioni, sul valore intangibile della vita umana e sull'importanza di avere una corretta educazione all'affettività. Se l'educazione su questi temi venisse in Regione privilegiata, risolveremmo in modo indiretto molti dei temi oggi discussi, con notevoli risparmi di risorse economiche per le casse della sanità marchigiana utilizzate per ricorrere all'interruzione di gravidanza".

 

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