A Montefiore un cartello di protesta contro l’abbandono del castello

“Art Bonus non ci sono soldi ma per quel porta orologio della Torre Civica si. Montefiore 62010” Questo il testo del provocatorio cartello che è comparso ieri mattina sull’impalcatura che ormai da tempo imbraga il Castello di Montefiore, un vero gioiello purtroppo chiuso da molti anni.

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Anche la firma ha il sapore di una vera rivolta di chi si trova, suo malgrado, costretto a vivere in una frazione, come più volte è stato denunciato, sporca e abbandonata:  62010 infatti è il codice di avviamento postale della vicina cittadina di Montefano e non certo del loro comune di appartenenza, e cioè Recanati. Si vuole, insomma, rilanciare l’idea, già avviata anche lo scorso anno così come una ventina di anni fa, di staccarsi dal Comune leopardiano per aderire alla vicina realtà municipale di Montefano dove, tra l’altro, sembra che le tasse da pagare sia di gran lunga minori.

Una protesta che cresce, giorno dopo giorno, viste le condizioni del loro quartiere ma anche e soprattutto del castello infestato completamente in ogni suo anfratto da una vegetazione incolta che ne sta minando la sua struttura e bellezza. Molte luci, che lo illuminavano, ora sono spente da tempo e quelle a terra sono coperte dalla vegetazione.

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Una situazione denunciata anche nel settembre scorso dall’archeologo romano Manlio Lilli sulle pagine del blog “Ilfattoquotidiano” con la speranza “che il Castello torni ad essere un elemento qualificante del patrimonio di Recanati” specie oggi che si vuol candidare a capitale della cultura per il 2018.

Quello che il cartello denuncia è il fatto che l’Amministrazione abbia lanciato attraverso l’art bonus molte proposte di recupero di luoghi della città, dalla torre civica, appunto, dove grazie all’impegno del Rotary Club si è arrivati ad avere a disposizione l’intera somma richiesta per il suo restauro, alla tomba di Beniamino Gigli, il portale della chiesa di Sant’Agostino e la cappellina di Palazzo Venieri con la tela di Santa Ruffina.

Non c’è traccia, invece, del recupero del Castello di Montefiore completamente dimenticato e chiuso al pubblico sin dal 2010 a scopo precauzionale perché erano incorsi problemi di carattere strutturale.  C’è stato anche un incarico ad un geologo per scoprire l’origine delle nuove problematiche a cui, però, non è seguito alcun intervento. Sicuramente servono tanti soldi per provvedere al corposo intervento di consolidamento per risolvere il problema della frana che guarda verso Passatempo, una cifra intorno al milione di euro che difficilmente si riuscirà a raggiungere attraverso l’art bonus.

Ma allora che si fa?

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