Se è vero che “il telefono è la tua voce” non si può dire altrettanto che sia anche il tuo portafoglio sia perché comunque il servizio offerto è a pagamento sia perché quando si tratta di onorare i debiti stranamente non c’è campo e non si riesce a comunicare. E’ quanto è accaduto all’Amministrazione comunale di Recanati che per ottenere il rimborso della bella somma di 44.068 euro oltre IVA dal suo precedente gestore telefonico è costretta ora ad agire in giudizio contro la Ditta per ottenere, mediante un giudizio sommario di cognizione (art. 702 bis c.p.c.), il recupero del credito vantato.
Era successo che la ditta aveva emesso fatture al Comune, che le aveva pagate per poi chiederne il rimborso, dall’inizio del 2006 al 30 giugno del 2009 per servizi mai utilizzati in quanto era intervenuto il recesso da parte dell’Ente. Il Comune, però, e per lui il dirigente dell’Area Tecnica dell’epoca, aveva comunicato il recesso dal contratto in modo irrituale e difforme da quanto previsto dal contratto stesso e la ditta, quindi, lo aveva considerato non valido continuando, appunto, ad emettere fatture.
Allora si cercò e si sottoscrisse una transazione con la ditta a totale estinzione della vertenza: il Comune avrebbe avuto un rimborso di circa il 35% di quanto richiesto, e precisamente di 34.500 euro da restituire in tre anni, oltre a ulteriori servizi gratuiti quali un “upgrade tecnologico”, il miglioramento e l’implementazione del “wi-fi” comunale e l’attivazione del servizio di “sms legali” con risposta gratuita che avrebbero consentito interessanti nuovi sviluppi nei rapporti con i cittadini. Ma di tutto questo neanche l’ombra e a nulla è valso neppure l’ulteriore tentativo di conciliazione avvenuto davanti al Co.re.com della Regione Marche.
Sarà ora la carta bollata a parlare fra i due visto che il Comune ha dato l’incarico all’Avv. Lucia Agostinelli del Foro di Macerata di adire le vie legali dietro un compenso concordato di 4.625 euro lorde.
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