E’ stata inaugurata Domenica 8 maggio, davanti ad un numeroso pubblico, la mostra dedicata a Claudio Cintoli nello spazio IDILL’IO di Pio Monti arte contemporanea. Presenti i famigliari, i fratelli Giancarlo e Vittorio, Fiorella Biagetti, il Sindaco Francesco Fiordomo e l’assessore alle culture Rita Soccio.
Scomparso prematuramente il 28 marzo del 1978 a soli 42 anni, Cintoli nella sua breve vita è stato insegnante, sceneggiatore, critico d’arte e, come inviato speciale a New York, ha collaborato con Flash Art, una delle riviste più importanti di settore. Capace di modificarsi e adattarsi velocemente al sistema dell’epoca, qualità rara ancora oggi, ha reso la sua opera varia ed eclettica, rigorosa e complessa, meritevole di una rilettura e analisi, con lo scopo di cogliere tutta la sua energia creativa. Per questo Pio Monti ha voluto che se ne riparlasse in questo momento qui a Recanati, dove tutto è iniziato. Nel laboratorio del nonno artista Biagio Biagetti, che frequenta fin da ragazzo, può respirare un’atmosfera densa di raffinate suggestioni e delicate armonie. Quando nel 1958, a 23 anni, il Comune di Recanati ordina una sua prima personale, ha già vinto premi e riconoscimenti. Da lì in poi sarà un susseguirsi di mostre nelle più importanti gallerie sperimentali come l’Attico di Fabio Sargentini a Roma, Artestudio di Pio Monti a Macerata, Galleria de’ Foscherari a Bologna. La sua autentica passione per l’indagine lo porta ad utilizzare vari linguaggi: dal disegno alla pittura, dal figurativo all’astratto, dalla performance all’installazione. In mostra sono presenti alcuni esempi della sua arte con l’installazione dei “Puntelliti”, giganti puntine da disegno in acciaio disseminate sul pavimento. Una foto emulsionata di Marcanciel Stuprò, il suo alter ego, con la gigantografia illeggibile di una frase tratta dal rarissimo libro S.p.A. dove il significato lascia il posto al significante, espressione esterna del segno che diventa autosufficiente. Le tracce della sua incessante ricerca antropologica con tematiche culturali, filosofiche, scientifiche e poetiche, comuni a quelle di Giacomo Leopardi, spiccano in “Una manciata di stelle” con la citazione di un particolare della “Creazione di Adamo” di Michelangelo nella Cappella Sistina. La mano di Dio è luce e stelle insieme in un universo di astri e pianeti multicolori. Il grande uccello in “Volo notturno”, il più leopardiano di tutti per il suo essere in solitudine e per volare nella notte, un momento che ha generato grande fascino al poeta, si completa con la frase “un uomo dall’infinito presente” tratta dal libro-diario Micromegalomane in un riferimento ad entrambi, al poeta e all’artista che, grazie alla loro infinita ricerca di verità condotta con sguardo tra lo scientifico e l’immaginario, hanno superato i confini del tempo per entrare nella fase del mito.
Nicla Cingolani
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