Da principio si prendono sempre delle decisioni pensando di fare la cosa giusta, poi però il tempo dimostra che a volte le buone intenzioni vengono piegate ad esigenze e volontà moto lontane da quelle per cui erano state pensate in origine.
Ad esempio nel 1997 furono introdotte le due leggi Bassanini, che si ripromettevano di snellire l’attività amministrativa e il procedimento di decisione e controllo. A distanza di molti anni abbiamo constatato come, quella che era nata come una buona intenzione, si sia trasformata in un'altra cosa: infatti il consiglio comunale e quello che rappresentava ha perso la sua centralità, defraudato del potere decisionale, con il conseguente aumento del potere dei sindaci e dei dirigenti. Questo ha comportato che, se in precedenza sfortunatamente capitava un Sindaco poco capace, il consiglio comunale poteva in qualche modo bloccare o correggere gli eventuali errori decisionali del singolo, ora invece questo non è più possibile, dal momento che le decisioni sono in mano del sindaco, della sua giunta e dei dirigenti. Le decisioni vengono quindi prese da pochissime persone, venendo così a mancare su queste il controllo politico.
Allo stesso modo oggi ci troviamo ad affrontare un’altra svolta che, partendo da buone intenzioni, cioè riformare la Costituzione per abbattere i costi della politica e snellire i procedimenti di riforma legislativa, togliendo però una delle due camere, rischia di deviare verso un presidenzialismo mascherato con tutte le conseguenze nefaste che potrebbero derivarne. In primis, essendo la costituzione la madre di tutte le regole, e quindi camicia di forza per antonomasia di chi esercita il potere, una riforma costiutzionale non può passare a colpi di maggioranza perché altrimenti in futuro ogni maggioranza si arrogherà il diritto di cambiarla a proprio piacimento. In secondo luogo è stato ampiamento dimostrato che quando la Camera e il Senato hanno voluto approvare delle leggi lo hanno fatto in 30 giorni, quindi dire che il bicameralismo perfetto rallenta i procedimenti decisionali è una menzogna. Altrettanto falsa è l'idea che togliere i senatori eletti dal popolo abbasserà i costi della politica, perché se avessero voluto risparmiare avrebbero potuto dimezzare il numero di senatori e deputati o dimezzargli lo stipendio. L'unica cosa certa di questa riforma è che indirettamente il potere del presidente del consiglio aumenterà, senza però i necessari controlli e contrappesi che i costituenti avevano previsto. Montesquieu diceva: "Chiunque abbia potere è portato ad abusarne, egli arriva sin dove non torva limiti. Perché non si possa abusare del potere occorre che il potere arresti il potere."
Occorre cioè una maggiore partecipazione del popolo che oggi non c’è, perché la stragrande maggioranza sente la politica lontana e quindi non vi partecipa, un'altra fetta di popolazione partecipa alla politica cercando solo di ottenerne dei privilegi mentre solo una piccola parte cerca di vivere la politica in maniera sana e costruttiva. Ma parliamo appunto di una minoranza.
Se gli organi di controllo sono pieni di cialtroni, non per questo vanno aboliti. Vanno piuttosto rimossi i cialtroni e sostituti con persone capaci, dal momento che una decisione corale è da preferire a quella di un singolo.
Per citare Aristotele, "correggere una costituzione non è impresa meno ardua dell’approntarne una dall’inizio. Non è fondarla il compito più grande, quanto badare a preservarla."
La nostra costituzione va preservata, al massimo adattata ai tempi che cambiano attraverso l'istituzione di nuove leggi approvate da entrambe le Camere.
Nino Taddei
;