un altro sampietrino delle tante buone intenzioni che lastricano la strada dell’Inferno

Ecco un altro sampietrino delle tante buone intenzioni che lastricano la strada dell’Inferno.

In politica si riteneva che le donne non fossero rappresentate o non lo fossero sufficientemente, allora per legge lo sono diventate. 

A partire dagli enti locali infatti, le quote rosa impongono il numero minimo di rappresentati femminili nelle liste elettorali, la doppia preferenza, se data a persone di sesso diverso, e una percentuale obbligatoria di donne all’interno della giunta comunale.

Se io fossi una donna non sarei per niente contenta, non mi piacerebbe essere eletta o fare l’assessore con l’aiutino di una legge, lo vorrei fare perché qualcuno ha creduto in me e mi ha messa in lista, vorrei essere eletta perché qualcuno mi ha votato perché mi riteneva brava e magari vorrei essere nominata assessore perché il Sindaco mi ha ritenuta capace.

Però queste cose dette da un uomo suonano sessiste, allora tutti ad applaudire la nuova norma, anche perché per le donne in fondo è meglio di niente e qualcuna magari si può trovare anche in Parlamento grazie a questa legge, anche se non lo meritava. 

Cerchiamo di analizzare la questione. Presentiamo una lista, ad esempio, a Recanati. Anche un partito organizzato non solo dovrà faticare, e non poco, per mettere insieme persone interessate ad occuparsi di politica, ma dovrà anche fare in modo che siano divise tra il 60% di un sesso e il 40% di un altro. Questa è già una cosa discutibile. Perché io candidato Sindaco donna non posso fare una lista di sole donne, o io candidato sindaco uomo non posso predisporre una lista di sole donne, oppure di soli uomini, solo per garantire la parità di genere? E che garanzia sarebbe? E per chi? Inoltre, garanzia di che cosa?

Amministrare una città, una regione o uno Stato è un esercizio didattico o una cosa più complessa e importante del rispetto di un concetto? La parità di genere garantisce una buona politica?

Chi ha fatto questa legge non si è chiesto come fare per far crescere la Nazione a livello culturale e quindi realizzare la non differenza di genere nell’opinione pubblica, che avrebbe come conseguenza la normale presenza di entrambi i generi in politica così come nelle altre cose. Piuttosto ha preferito, in modo autoritario, immettere nelle varie amministrazioni una quota di donne per legge, se poi le elette non sono capaci o sono meno capaci di un uomo che, sempre per legge, è rimasto a casa, pazienza. Parlo di donne perché la legge anche se parla di genere tende a tutelare la presenza femminile in politica, ma sarebbe la stessa cosa per un uomo.

Non può essere il sesso la garanzia di una buona politica, così come non può esserlo la presenza di entrambi i sessi. Piuttosto noi abbiamo bisogno di una Buona Politica e se questa viene fatta da uomini o donne non può e non deve interessarci.

Perché è una questione di cultura? Perché è con la crescita culturale che gli individui, di tutti i sessi, si affermano in ogni campo della vita e quindi anche in politica.

Prendiamo sempre un caso specifico, per esempio ancora a Recanati, di una donna stimata e conosciuta dalla popolazione che prende tanti voti. L’uomo che lei farà votare in accoppiata sarà avvantaggiato in confronto di un altro candidato, ma il suo unico merito sarà quello di essere associato ad una donna brava e conosciuta, e questo merito lo favorirà rispetto ad un altro magari più capace ma meno fortunato nella scelta della doppia preferenza.

Quindi è evidente quanto iniqua sia la norma e quanto poco c’entri la tipologia di sesso, a scapito della più importante passione per le cose come la buona politica che è alla base del fare bene.

Il sesso, i soldi, così come anche la professione, non garantiscono la buona gestione della cosa pubblica: l’unica garanzia sono le persone che una volta venivano definite “per bene” e che grazie a Dio possono essere di tutti i sessi, ma non per legge.

Nessuno però mette in discussione questa norma anche se iniqua. 

Io mi aspetterei dalle donne una protesta di dignità, visto che gli uomini sono troppo interessati a sembrare democratici e a trovare un modo per usare a loro vantaggio questa norma che salva le apparenze, sembra di buon senso ma in realtà può rivelarsi addirittura dannosa per lo svolgimento del compito affidato a chi viene eletto.

Nino Taddei, Lista Civica Recanati

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