Il terremoto a Montefano costringe l’ufficio postale a lavorare in un camper

E’ arrivata solo qualche settimana fa la Protezione Civile a Montefano, a quasi un anno di distanza dalle prime scosse di terremoto e il sindaco Carnevali non fa mistero del suo disappunto manifestato anche nell’ultima seduta del Consiglio Comunale che si è tenuta il 25 luglio scorso. “Che la situazione di Montefano sembrasse più tranquilla di quanto risulti ora, si legge sul sito istituzionale del Comune in risposta ad alcune polemiche sollevate in merito dal PD locale, lo potremo stabilire solo al termine dei lenti e tardivi sopralluoghi che in tutta la provincia di Macerata e nelle zone colpite dal sisma sono in capo agli esperti della Regione Marche i quali si occupano in primis dei comuni entro il cratere e solo a seguire quelli fuori cratere (come Montefano). Il nostro comune e tutti gli altri più o meno colpiti dal sisma nulla possono di fronte al centralismo regionale che nulla concede alle autonomie locali (secondo il vecchio dogma bolscevico per cui il potere deve essere gestito dal centro e non dalle periferie). Tanto più che diversamente dai precedenti eventi tellurici (1997) questa volta la regione ha deciso di conferire ogni potere ad un commissario esterno proveniente da fuori regione (Vasco Errani). L'incolpevole amministrazione comunale di Montefano, viceversa, mostra sensibilità ad ogni istanza dei suoi cittadini e dei titolari delle attività commerciali coinvolte in questa disgrazia.”

I sopralluoghi effettuati hanno comportato, quindi, la chiusura per inagibilità di alcuni immobili in via Roma, di una parrucchieria in Corso Carradori, del Centro Culturale Islamico e di un supermercato in via Leopardi e di qualche altro appartamento nel centro storico. Ha dovuto fare le valigie anche l’ufficio postale di via Roma che per il periodo estivo ha allestito un camper, un tavolino e un grosso ombrellone in via Leopardi, lungo le mura, per continuare a garantire la sua attività ai cittadini montefanesi. Per il periodo invernale si pensa, invece, di istallare un container nella zona residenziale cittadina per fronteggiare il freddo e continuare, comunque, a lavorare.

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