Circa un centinaio di lavoratori della Teuco con le loro famiglie, era presente questo pomeriggio al salone del Popolo per partecipare all’assemblea indetta dalle organizzazioni sindacali, C’erano anche i rappresentanti delle istituzioni locali ma mancavano proprio loro gli imprenditori. E’ stato Caracini della Cisl, che ha preso la parola per primo, a sottolineare quell’assenza che pesa come un macigno sul futuro dell’azienda e dei circa 150 lavoratori del territorio. La spada di Damocle su tutti è la data del 15 settembre dove l’azienda si è impegnata finalmente a fare chiarezza sui suoi progetti e a mettere fine in qualche maniera allo stillicidio a cui sono sottoposte le maestranze. Molta incertezza c’è sul possibile acquirente della Teuco, oggi di proprietà per l’80% della Certina Holding e del 20% della Fimag, la finanziaria del gruppo Guzzini: martedì in ditta c’è stata la visita di una delegazione russa che sembra interessata all’azienda ma ancora non si sa nulla su quello che sono stati i risultati di questo primo approccio. D’Alessandro della Cgil conferma che “l’unica cosa certa è che Certina vuol vendere ma a che condizioni e con quale progetto ancora non si sa. Ogni giorno che passa il marchio Teuco perde appetibilità sul mercato. Il bilancio, ha ricordato infine D’Alessandro, non è stato ancora firmato per diverse problematiche sollevate dai revisori dei conti.” L’assemblea avanza anche la richiesta di un colloquio con l’altro proprietario dell’azienda, seppur con il solo 20%, la Fimag: una proposta che ha sollevato non pochi malumori fra i presenti che hanno lamentato l’assenza in tutta la trattativa del gruppo Guzzini, proprio quello che molti anni fa creò il marchio Teuco.
Si toccava con mano la consapevolezza che difficilmente lunedì, così come promesso dall’azienda stessa davanti all’assessore regionale Loretta Bravi nel corso dell’ultimo incontro, le porte dell’azienda si riapriranno ai lavoratori, pur in presenza di commesse ma in assenza di materie prime e di una precisa volontà di continuare, e qualcuno paventava addirittura che se ne riparlerà ad ottobre. L’appello, lanciato delle organizzazioni sindacali, all’azienda stessa e all’Inps è stato quello di essere puntuali nel pagamento degli stipendi arretrati, fermi al mese di giugno, tre mensilità arretrate che si aggiungono al mancato pagamento della cassa integrazione straordinaria ferma a luglio. Rimane ancora in piedi, inoltre, il problema del pagamento del fondo Gommaplastica, il fondo di previdenza di categoria che è da ottobre dell’anno scorso che non viene versato. “Evidentemente l’accordo fatto a Natale era stato fatto solo per tirare a campare. Noi abbiamo bisogno di visibilità, ha detto ancora Carancini, perché il problema etico del domani di queste persone è drammatico.” Da tutti l’impegno a non fermarsi nella lotta almeno finchè non si comprenda bene il futuro della Teuco e delle sue maestranze. Senza dimenticare, hanno aggiunto le organizzazioni sindacali, anche chi lavora con l’indotto della Teuco come la cooperativa GPL che lavora con circa 20 persone nella logistica. “Anche per loro il futuro è drammatico.” Sono stati i sindaci a dare la loro piena disponibilità. Rolando Pecora, primo cittadino di Montelupone, dove ha sede l’azienda, ha ricordato come “con la vecchia proprietà ci fosse un importante rapporto di collaborazione mentre ultimamente ho avuto segnali negativi. Mi appello all’imprenditoria locale sana e spero che questa mostri un qualche interesse per la gloriosa Teuco. Forse i licenziamenti operati e la mobilità attuata è stato un espediente per rendere più piccola l’azienda e, quindi, più appetibile da parte di possibili acquirenti. Chiedo che almeno la cassa integrazione sia garantita sino al completamento dell’operazione di vendita.” Francesco Acquaroli, sindaco di Potenza Picena, si allinea con chi non riesce ancora a comprendere bene quali siano i progetti della proprietà. “Abbiamo famiglie che vivono l’ansia del proprio futuro. Noi sindaci possiamo impegnarci a convocare la Regione e la proprietà ad un incontro immediato.” A portare la sua solidarietà anche il consigliere regionale Luca Marconi che ha invocato “il coraggio della chiarezza e della reale capacità di fare. Non vorrei che ci fosse solo la volontà di vendere il marchio che sarebbe una vera iattura.”
;