Zaino in spalla e sei amici il prossimo 23 gennaio partiranno pere l’impresa della loro vita: salire sino a 7000 metri di altezza, dove a volte si arriva anche a -25 gradi, per porre in cima all’Aconcaqua, in Argentina, il vessillo del comune di Monte Cavallo, simbolo della tragedia del terremoto che ha colpito le Marche un anno fa. La spedizione è composta dai recanatesi Roberto Pellegrini, che guida il gruppo, Marco Capodacqua, non nuovo ad imprese avendo fra l’altro percorso la mitica Parigi-Dakar, Danilo Maceratesi, fotografo, e Marco Tommasi fotoreporter. Con loro un romagnolo, Mattia Baffone, dentista, e il veneto Giovanni d’Armellina, direttore di cliniche odontoiatriche. “Siamo quasi tutti cinquantenni e per alcuni di noi, dice Pellegrini, le vicissitudini della vita ci hanno portato a superare difficoltà che, oggi, purtroppo, sono comuni a gran parte degli italiani colpiti dalla crisi. Ci siamo trovati a un certo punto sotto terra e abbiamo così deciso di andare più in alto possibile dando un senso a questa iniziativa.” L’iniziativa ha già avuto il plauso di Pietro Cecoli, primo cittadino del piccolo comune di Monte Cavallo, che conta 131 abitanti, e della vice presidente del governo argentino Maria Gabriella Michetti. La loro, però, non sarà solo un gesto simbolico perché il cameramen Marco Tommasi curerà il video della scalata e lo stesso farà il fotografo Danilo Maceratesi: i proventi della vendita del libro della proiezione del video saranno consegnati al sindaco di Monte Cavallo Pietro Cecoli.
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