Il 25 aprile 1945 i Partiti antifascisti riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamarono l’attacco generalizzato e finale alle forze nazifasciste,l’esito positvo del quale è stato fatto coincidere con la fine della guerra in Italia e con la liberazione della stessa dal fascismo.
Da questa svolta doveva nascere l’Italia democratica e,nell’auspicio dei più,repubblicana.
Tale proposito si fondava nella convinzione che la Monarchia non aveva fatto niente per ostacolare negli anni ’20 l’affermazione della dittatura fascista.
I partiti democratici volevano la fine dei privilegi di classe e la conquista dei più alti principi di libertà.
Così avvenne con il referendum del 1946 che sancì con il voto popolare,per la prima volta comprensivo di quello femminile, la fine della Monarchia e con la Carta Costituzionale del 1948 che riconobbe nella figura del lavoratore il fondamento della Repubblica democratica,di fatto ignorando ogni altra figura sociale.
Il 25 aprile da 70 anni è festa nazionale come festa dell’Italia repubblicana e democratica.
Ma dei valori che il popolo italiano allora si prefiggeva di raggiungere,e dei maggiori degli stessi,quanti ne sono stati conquistati e consolidati?Quanti privilegi,quanti favoritismi sono venuti meno?Quante reali libertà generalizzate,prima di tutte quella dal bisogno,sono state raggiunte definitivamente?Quanti comportamenti pubblici e privati sono stati rispettosi delle regole legali,civili e morali?
Il quadro non mi sembra esaltante ed al fine di non dovere parlare di tradimento,di operazione gattopardesca,con convinzione e determinazione si dovrebbe restituire pieno smalto ai valori di quel lontano 25 aprile,oggi ridotto a stanca ricorrenza.
Gianni Bonfili
;