Al capezzale dell’Ex Clarisse di Castelnuovo.

Sabato 19 maggio la conferenza-appello “Non Ti Scordar Di Me. Quale futuro per il complesso Ex Clarisse?” presso il Circolo Culturale e Ricreativo B. Gigli, per presentare proposte e cercare di capire come sciogliere questo nodo che con il tempo potrebbe diventare inestricabile.

 

La rigenerazione del complesso Ex Clarisse nel rione Castelnuovo è una grande e annosa questione di difficile soluzione e, come è stato detto più volte, dovrà essere assolutamente risolta poiché porterebbe una serie di operazioni che riguardano tanto il miglioramento del tessuto urbanistico, edilizio e ambientale, quanto la struttura economica e sociale del rione e della città stessa di Recanati. Per questo l’associazione Infinito Spazio-ISgallery, con il supporto del Comitato Quartiere di Castelnuovo, dopo aver protocollato presso la Fondazione IRCER, proprietaria dell’immobile, l’idea “Costruire un rudere” ovvero un possibile recupero in centro polifunzionale con sportello Alzheimer, ha organizzato sabato 19 maggio la conferenza-appello “Non Ti Scordar Di Me. Quale futuro per il complesso Ex Clarisse?” presso il Circolo Culturale e Ricreativo B. Gigli, per presentare altre proposte e cercare di capire come sciogliere questo nodo che con il tempo potrebbe diventare inestricabile.

Questo incontro è il primo passo verso un’immediata risoluzione affinché la questione non diventi un “nodo gordiano” in mano al Tempo, il quale può decidere drasticamente quando tagliarlo, privandoci della possibilità di  ri-possedere e conservare la nostra memoria storica.

Dopo la proiezione del video “Non ti scordar di me” a cura dell’arch. Valentina Cerantola e i saluti dell’amministrazione comunale con l’Assessore alle Culture e P.I. Rita Soccio e il Vicesindaco Antonio Bravi, sono intervenuti il dott. Sergio Beccacece ex presidente IRCER, l’ing. Aurora Foglia, l’ing. Stefano Santarelli, l’arch. Maurizio Paduano dirigente dell’area tecnica del Comune di Recanati e il dott. Alfredo Moretti attuale presidente della fondazione IRCER.

Tutta l’amministrazione si trova d’accordo, qualora ci siano i progetti e le risorse finanziare, nel sostenere ogni idea realizzabile dando la propria disponibilità a 360 gradi. “La base c’è e le idee non mancano. La parte burocratica possiamo superarla per rendere i progetti realizzabili. Ben vengano i progetti concreti che il Comune sarà ben felice di realizzarli” ha confermato Antonio Bravi.

Pur essendo invitati, erano assenti i consiglieri d’opposizione che di solito sono i primi a polemizzare sulle cause legate alle riqualificazioni urbane relative al patrimonio storico recanatese.

Come ha affermato il dott. Sergio Beccacece il potere politico ha il dovere di sentire questo problema, poiché è stato proprio il Comune nel 2008 ad alienare il bene a favore dell’IRCER per 2 milioni di euro, operazione ritenuta a suo giudizio una “forzatura”.

“Alle prossime elezioni chiediamo a coloro che si candideranno che cosa ne pensano e che impegni prenderanno per le Ex Clarisse e per aiutare l’IRCER che non va lasciata da sola”. Infine si appella alla determinazione dei “casternovesi” citando un episodio del 1436 quando gli abitanti fecero resistenza per conservare il monastero delle monache clarisse, la cui struttura iniziale era benedettina, e si opposero alla decisione del vescovo di Recanati Tommassini il quale non riuscì nel suo intento di fondare nell’edificio il seminario  di San Benedetto.

L’ing. Aurora Foglia nell’esporre la sua tesi di laurea basata sulla vulnerabilità sismica dell’edificio monumentale ha definito il complesso un “contenitore di tempo” il cui degrado è stato provocato non solo dagli eventi sismici a partire da quello del 1741, ma anche da chi ha svolto le attività all’interno del convento senza tener conto dei caratteri costitutivi della fabbrica, sentendosi libero di trasformarla senza preoccuparsi troppo della sua tutela. “Non sarebbe onesto da parte mia non riferire che sono oggettivamente giunta alla conclusione che è stata l’incuria ovvero la totale assenza di manutenzione ordinaria e straordinaria a traghettare questa architettura nello stato di fatto che drammaticamente è sotto gli occhi di tutti”.

L’ing. Stefano Santarelli, con l’esempio del recupero appena iniziato di un complesso edilizio residenziale, ha risvegliato una speranza. Il progetto DOM-US riconsegnerà alla città di Jesi un’area in stato di degrado e abbandono, completamente rigenerata con un social housing di alta qualità. I nuovi servizi di quartiere prevedono alloggi sociali, una struttura socio-sanitaria e uno spazio da utilizzare come luogo di riunione, divertimento e svago a disposizione della comunità. “Ma il vero problema è: i soldi chi ce li mette?” domanda Santarelli “Posso raccontare che i soldi si trovano. Noi in questo caso li abbiamo trovati con un fondo d’investimento che ha creduto in questa operazione partecipata dalla Cassa Depositi e Prestiti. Non è più la banca, non è più il costruttore. Oggi c’è l’investitore che se i conti gli portano, l’intervento lo fa. Bisogna solo farglieli quadrare.”

L’arch. Maurizio Paduano ha auspicato che seguano altri incontri dove ci siano reali risoluzioni tecniche ed economiche per trovare il canale giusto per i finanziamenti. “Dobbiamo trovare il progetto da mettere sul tavolo e devono seguire altri appuntamenti con proposte concrete. Il comune è qui e io come dirigente sono di supporto alla mia amministrazione ma sono di supporto a tutte le idee esterne di chi ha già messo in campo degli studi. Se l’IRCER vorrà abbracciarle, da parte mia troverà il massimo aiuto.”

A chiudere l’incontro il prezioso intervento del dott. Alfredo Moretti, presidente della fondazione IRCER, il quale ha reso noto di avere contatti con la Fondazione Roma del Prof. Emmanuele Emanuele che lo scorso anno al quartiere della Bufalotta ha inaugurato il “Villaggio Halzeimer”, creato dopo una visita alla struttura pioneristica situata in un sobborgo di Amsterdam. “Questa fondazione sta cercando delle diramazioni e sembrano interessati al recupero delle Ex Clarisse. Ora siamo in attesa di risposta.”

E conclude: “Più volte ho chiesto: se siete riusciti a trovare otto milioni di euro per il film “il giovane favoloso” possibile che non si riescano a trovare i soldi per le Clarisse? L’ottica dell’investimento è quello del guadagno immediato, mentre qui si tratta di un investimento etico dove la remunerazione si otterrà nel tempo.”

Tuttavia Moretti non ha dubbi. “Sono fortemente convinto di svilupparci sempre di più verso la componente sanitaria vera e propria dove possiamo riuscire ad ottenere accrediti importanti. Potremmo diventare struttura sanitaria parallela alle strutture pubbliche perché queste non sono più in grado di affrontare spese enormi e tendono a demandare verso strutture private serie e di carattere scientifico come potremmo diventare noi, in una prospettiva futura, con una co-partnership fondamentale.”

 

Nikla Cingolani

 

 

 

 

 

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