Emanuele Pepa, portavoce del “Comitato Creditori Astaldi” ritorna sul caso che ha coinvolto 40 imprese con evidente conseguenze nella gestione. Fra i creditori le relazioni sono state diverse, alcune saranno costrette al licenziamenti ed altre a rivedere i piano di investimento. “Per quanto riguarda l’impresa della nostra famiglia, afferma l’imprenditore, posso affermare che ha avuto un impatto limitato e non porterà a licenziamenti ma è evidente che per questo anno non ci permette di mantenere gli standard di investimento e di crescita di fatturato ed organico a cui siamo stati abituati negli anni. Nei nostri programmi di sviluppo, oltre alle recenti acquisizioni della Nicolini Air Logistic con sede operativa a Milano, c’erano stati investimenti consistenti in attrezzature e mezzi, anche per lo specifico progetto, che andranno rivisti”. Altre imprese, per cui Astaldi rappresentava una parte consistente del business, hanno una situazione molto più complessa rischiando non solo licenziamenti di massa ma addirittura la fine della loro storia, situazione in cui oltre al default Astaldi ha inciso l’atteggiamento delle banche nazionali che prima hanno garantito alle aziende la solidità del progetto, accettando di concedere il factoring alle imprese, ed oggi chiedono l’immediato rientro. E’ chiaro che ogni realtà vive questa situazione di emergenza adattando la sua capacità e possibilità imprenditoriale per non vedere sfumato tanti anni di storia.
“Noi aziende creditrici, che io rappresento, insieme (se è possibile anche con Astaldi, qualora il tribunale e/o i commissari lo permetteranno nei prossimi giorni) vorremmo poter condividere la prosecuzione di quest’opera tanto importante per noi tutti cittadini, aziende e enti pubblici, ma per far questo qualcuno dovrà per forza di cose versare “linfa” alle nostre realtà ridando ciò che non ha dato e rispettando gli accordi economici presi e non mantenuti. Per questo motivo l’impegno del sottoscritto è rivolto a far riportare la problematica nei tavoli istituzionali nell’auspicio di una risoluzione, considerando che solo la politica può risolvere tale emergenza. Le Regioni Marche ed Umbria, Quadrilatero/Anas e Ministro delle infrastrutture sono a conoscenza della problematica, in un territorio devastato dal terremoto, di un’arteria di fondamentale importanza per lo sviluppo del territorio che di contro sta mettendo sul lastrico le tante aziende presenti nelle due regioni.
Ebbene ricordare che questa arteria ha subito per ben altre 3 volte il fermo cantiere, con relativo fallimento dei General Contractor, e la situazione attuale economica, in particolare quella marchigiana ed umbra, non può più permetterselo. Non possiamo pensare ad eventuali ipotesi di ripartenza del cantiere con aziende diverse dalle attuali contrattualizzate ed autorizzate che hanno creduto fino in fondo, forse troppo, sulla solidità delle nostre grandi imprese nazionali (ricordiamo che la Astaldi è la 2° azienda, dopo Salini-Impregilo, presente sul nostro territorio italiano) e pertanto siamo determinati a far si che ciò non avvenga. Le nostre istituzioni territoriali lottino al nostro fianco per trovare una risoluzione senza dover vedere l’ennesima incompiuta o rigiocare una "nuova partita con vecchie regole” che ha sempre portato rovina alla nostra economia territoriale.
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