Domenica prossima assisteremo ad un ballottaggio tra due candidati a sindaco così definiti uno di destra ed uno di sinistra. Ma dobbiamo domandarci che cosa significa oggi essere di destra e di sinistra?
Comunemente il centro-sinistra si è identificato come riferentesi ad una dottrina insieme egualitaria e libertaria, mentre il centro-destra si è ispirato alla dottrina libertaria ed inegualitaria (N. Bobbio).
Però la crisi del sistema economico dell’ultimo decennio ha comportato crisi del sistema sociale, insoddisfazione ed una crescente critica nei confronti dei partiti tradizionali (R. Prodi) i quali già dall’epoca di “mani pulite” erano scomparsi o avevano cambiato nome, si erano divisi e si erano fusi. Oggi le categorie di destra e sinistra come assioma ideologico sono affievolite da una diffusa deideologizzazione il voto di classe non distingue più tra destra e sinistra perché sono diventate entrambe interclassiste (M. Veneziani) in questo quadro hanno sempre maggiore forza altri intermediari tra la società ed il governo, definiti lobby, che sono portatori di interessi di gruppi (S. Cassese) i partiti storici di massa di un tempo non esistono più ed una novità e rappresentata dalla presenza di un grande numero di liste civiche presenti alle elezioni amministrative più o meno in tutta Italia.
La parola politica, di origne greca, significa l’arte della convivenza, basata sul bilanciamento degli interessi contrapposti, purtroppo oggi, al contrario, la tendenza dei leaders di partito è quella di dare sempre più un’impronta personale al proprio potere, ciò porta a concepire la politica come uno scontro, un rapporto di sopraffazione, questa è la negazione della politica (G. Zagrebelsky). La democrazia è discussione, si basa su un confronto tra pari, sull’uguaglianza, tutto ciò è negato dal privilegio. Per percorrere la via della giustizia e dell’onestà, della lotta all’egoismo e alla disonestà bisogna credere nei gruppi intermedi: partecipazione ed attenzione costante (Don A. Gallo).
Abbiamo sostenuto la candidatura di Graziano Bravi, condiviso con altre espressioni politiche recanatesi, perché la sua affermazione che più ci ha coinvolto è stata quella di voler essere il sindaco di tutti, di non voler dividere la cittadinanza tra i suoi sostenitori e gli avversari, perché di tutti è il bene della nostra città. Al di là dell’asprezza dei toni della campagna elettorale, pensiamo che entrambi i contendenti sapranno governare dando risposte eque alle esigenze di Recanati senza favoritismi o penalizzazioni di sorta. I valori sui quali ci basiamo? Innanzitutto legalità e uguaglianza, tutela dei deboli, che non ci possono essere senza una piena trasparenza dell’azione amministrativa. Sicuri che i nostri elettori sapranno scegliere il sindaco che meglio li interpreta, crediamo nella libera scelta e nell’impegno di cittadinanza veramente attiva che non si fermerà domenica prossima, ma continuerà.
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