I tentacoli della politica nostrana ancora una volta non hanno resistito. E così dal palazzo del Consiglio regionale qualcuno ha spedito agli Ircer una segnalazione e un proprio personale “consiglio” su una persona valida da assumere. La denuncia, cala improvvisa sulla platea dell’assemblea, tenutasi nei giorni scorsi sul futuro dell’ospedale “S. Lucia”, e arriva dal presidente degli Ircer, Sergio Beccaccece: “Ho una lettera di un consigliere regionale che mi sollecita l’assunzione di un tizio. E’ solo un consiglio, la presentazione di una persona però io ce l’ho”. La fantasia corre subito alla vicenda, assunta agli onori di cronaca qualche giorno fa, che ha costretto la nota ditta Ikea a rispondere “No grazie” ai tanti politici che premevano per l’assunzione di loro giovani supporter per l’apertura di una nuova filiale in Abruzzo del colosso industriale svedese. Naturalmente, silenzio di tomba da parte di Beccacece, sull’identità del promotore della spintarella: gli unici esclusi sembravano essere i consiglieri presenti quella sera: Marangoni, D’Anna, Romagnoli e Silvetti. La denuncia del presidente degli Ircer, comunque, non era finalizzata semplicemente a denunciare un malcostume in voga sia nella prima che nella seconda Repubblica, ma a rappresentare il malessere che l’Ente sta vivendo in questo periodo in cui si trova in mezzo al guado fra pubblico e privato. “Noi, a giorni alterni, siamo trattati da privati, anche se un po’ sui generis perché il consiglio di amministrazione è nominato dal Comune e, poi, non costa un euro. Quale consiglio di amministrazione privato lavora gratis? E qual è quel privato che spesso deve difendersi da pressioni politiche piuttosto sostenute? E se siamo fondazione privata quanto contiamo? Siamo importanti quanto una società privata che si occupa di bocce, di musica, di musica e cultura o di balli o di biciclette o di calci alle palle? No, siamo trattati da privati di minore rilievo rispetto ad altre associazioni molto più importanti di noi.” L’amarezza di Beccacece ha un nome ben preciso e si chiama Imu da pagare e cancellazione del contributo comunale agli ospiti indigenti, salassate che piegherebbero le ginocchia di qualsiasi ente pubblico o privato. “Per fortuna che gli Ircer, dice infine Beccacece, hanno goduto sempre di personale in gamba come i due agronomi, Tommaso Ciavattini prima e oggi Simone Urbani, e di un competente consiglio di amministrazione.”