Non si chiude la vicenda dei manifesti fatti affiggere nel maggio di due anni fa dal Pd, in cui si accusava la giunta Corvatta di aver lasciato Recanati in un “mare di debiti.” La denuncia dei sette ex amministratori (Giaconi, Pepa, Bertini, Bravi, Bitocchi, Corvatta e Bartomeoli) nei confronti degli autori del manifesto, venne archiviata, in sede penale, dal Gip Enrico Zampetti. Si apre ora un nuovo capitolo che avrà come terreno di scontro il Tribunale civile. I legali Sabrina Montali, Sabrina Bertini e Alessandra Sbacco, che assistono i sette politici, stanno predisponendo l’azione risarcitoria in sede civile, avendo rinunciato a suo tempo al ricorso per Cassazione. Il Gip, nel motivare l’archiviazione, si è richiamato ad una consolidata giurisprudenza che giudica le critiche legittime anche se “aspre, pungenti e demolitrici, purché non gratuitamente volgari.” Ma i legali ritengono che non si sia, però, valutato attentamente il contenuto diffamatorio di una frase del manifesto, quando si scrive che “dirigenti ed ex amministratori hanno ordinato lavori senza copertura finanziaria, cosa, affermano che “è palesemente falsa e non può rientrare nel diritto di critica politica.” Il più convinto di tutti a fare questo passo sembra proprio l’ex sindaco Fabio Corvatta. “Qui non ci troviamo, sostiene, il suo legale, l’avvocato Sabrina Montali, di fronte ad una semplice critica politica perché essa deve comunque basarsi su fatti veri.” Stessa opinione viene espressa dall’avvocato Bertini che evidenzia come il manifesto non si limita ad esprimere una opinione ma “contiene delle notizie false e quindi diffamatorie, tant’è che ad oggi dai debiti fuori bilancio, portati in consiglio comunale, non sono emerse alcuna responsabilità di amministratori.” Molto probabilmente prima di ricorrere in Tribunale sarà tentata la “media conciliazione”, un organismo di recente costituzione, formato per lo più da legali che ha il compito di ricercare un accordo amichevole fra le parti nel tentativo di redimere le controversie. Solo che su questo organismo pende un pronunciamento di Costituzionalità da parte dell’Alta Corte, previsto per giugno. Di sicuro rimane il fatto che il capitolo dei manifesti non è destinato ad essere archiviato definitivamente ma a trascinarsi negli anni a venire considerati i lunghi tempi della giustizia.