Giorgio Terrucidoro: una chimera la vera assunzione

Pietro Bitocchi, ex consigliere comunale del Pdl, lancia un appello perché al suo ex alunno Giorgio Terrucidoro, disabile, assunto dieci anni fa dal Comune con una borsa lavoro di 155 euro mensile, possa finalmente essere riconosciuta una posizione lavorativa vera ed economicamente più rassicurante per il suo futuro. “Lo vedo ogni mattina, accompagnato dalla madre, raggiungere il luogo di lavoro e una volta mi ha confidato che la sua preoccupazione maggiore è trovarsi un giorno ad aver bisogno di una badante e non avere la possibilità di pagarla.” Bitocchi ha un particolare affetto verso Giorgio e si rammarica di non aver risolto il suo caso quando era amministratore. Ricorda la sensibilità dimostrata dal suo preside di scuola quando gli comprò un computer particolare per dargli la possibilità di sviluppare tutte le sue potenzialità. Giorgio è commosso da un interesse così vivo e sincero del suo ex insegnante ma tiene anche a spiegare come all’origine del suo caso, come di tutti gli altri casi simili, ci sia un errato approccio verso il problema dei  disabili e delle borse lavoro. “Intanto queste, ci dice, sono viste come mera assistenza mentre è inesistente la loro dimensione lavorativa in senso stretto.” Cita a proposito tre esempi. “Non abbiamo un cartellino con il quale timbrare per vedere l’ora d’ingresso e d’uscita. Questo aspetto testimonia che l’Ente non ha nessun mezzo per verificare la correttezza, la  puntualità e la  voglia di lavorare del borsista. Secondo: nessuno è tenuto a relazionare sul nostro modo di lavorare, cioè non c’è nessuna documentazione cartacea che attesti come un disabile concretamente lavori. E se dobbiamo pensare ad una borsa lavoro in vista di un’assunzione questo è un elemento fondamentale perché, diversamente, un ente pubblico come fa a stabilire un’assunzione di un ragazzo piuttosto di un altro mancando di elementi concreti? Poi c’è l’aspetto del costo della borsa lavoro perché con queste l’Ente pubblico spende 4 volte meno rispetto ad un part-time normale. L’assunzione quindi, aggiunge infine Giorgio, in generale resta una chimera.” Terrucidoro invita quindi il Comune, l’Asur e gli enti giuridici che rispondono delle borse lavoro a rivedere l’impianto strutturale al fine che le prospettive di assunzioni siano concrete.  “Attualmente stiamo sperando, lo dico amaramente, nel nulla perché è vero che si potrebbe assumere però su quali criteri visto che il fine della borsa lavoro non è il lavoro ma l’aspetto  socio-relazionale. Invece una volta che è stato messo nelle condizioni di lavorare come tutti gli altri il disabile deve sforzarsi di dare il massimo, deve dimostrare le sue qualità come tutti, deve comportarsi come un uomo che cammina. Anche un approccio meritocratico è utile e stimola l’aspetto psicologico del disabile che si sente protagonista del suo destino.”

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