Recanati. Ancora un furto sacrilego nella chiesa di S. Agostino. Il ladro ha asportato, in pieno giorno, un putto presente nell’ultimo altare laterale di sinistra. Il furto è avvenuto, secondo don Giovanni Simonetti, responsabile della chiesa, verso l’ora di pranzo quando c’è poca gente in giro e l’edificio religioso rimane praticamente incustodito. L’operazione, però, è avvenuta non senza qualche contrattempo perché chi ha operato l’asportazione della testa del piccolo angelo, dall’angolo dell’altare in marmo, lo ha fatto dimostrando una certa fretta tant’è ché ha lasciato sul posto le ali e l’altro putto posto nell’angolo opposto.
Nella messa domenicale di ieri i fedeli si sono accorti del furto, anche se il piano dell’altare era coperto da una tovaglia bianca ricamata, perché a terra c’erano ancora i resti del marmo staccato dall’altare detto “degli studenti” dal nome del dipinto raffigurante santa Caterina incoronata dalla Madonna dove molti studenti, infatti, vanno a pregare prima di affrontare prove scolastiche impegnative. Non è la prima volta che la chiesa subisce furti tanto che con il tempo si è vista spogliare di molti oggetti sacri e degli stemmi delle famiglie nobili della città. Ogni volta don Giovanni affigge fuori dal portale un cartello con su scritto l’elenco degli oggetti trafugati seguito dalla reprimenda rivolta ai ladri, a chi commissiona il furto e, non ultimo, a chi alla fine acquista l’oggetto pur intuendo che sia di provenienza furtiva. L’ultimo cartello riporta un lungo elenco di oggetti rubati: dalla colonnina sinistra dell’altare maggiore, dono della famiglia Leopardi vivente Monaldo, è stata asportata la parte inferiore rappresentante una maschera, l’altare ha subito anche l’asportazione di uno dei due stemmi della nobile famiglia recanatese in legno laccato; uno dei due scudi che ornano la tomba del beato Girolamo Gherarducci; due fregi in oro zecchino e quattro candelieri. Questi sono solo gli ultimi oggetti trafugati perché nel tempo sono spariti tanti altri ornamenti tanto da indurre Don Giovanni a costruire una porta in ferro a grata in modo da tenere chiusa la chiesa, aprendola sola durante le funzioni religiose, ma permettere ugualmente ai visitatori di ammirarla dall’esterno. E’ bastato, però, in queste giornate di caldo non seguire alla lettera questa prudente regola per avere di nuovo la sgradita visita dei ladri.