Antonio de Robertis interviene ancora nel dibattito sull’autenticità del dipinto Il fienile Protestante attribuito al Van Gogh, rispondendo ad Antonio Perticarini (direttore del Museo recanatese) che ha rilasciato una intervista a Radio Erre.
In questa intervista il sig.Perticarini cade in alcune contraddizioni e imprecisioni. Ripete spesso che l’opera risale alla fine dell’800, max primi del ‘900. Forse dimentica che Van Gogh è morto nel 1890 e che i morti non dipingono.
Poi aggiunge con enfasi:come poteva esserci un falsario prima del 1916/19? Ebbene già nella prima mostra di Van Gogh a Parigi del 1901 chèz Bernheim su 65 quadri esposti, ben 13 erano falsi, il 20%.. Due di proprietà di Theodore Duret furono addirittura espunti dal curatore Julien Leclercq, a mostra in corso. Il primo copista di Van Gogh fu Gauguin, che nel 1889 copiò i Girasoli (Tokio) che il suo amico C.E.Schuffenecker trasformò abilmente in falso.Questo mediocre pittore era però un abile falsario,insieme al fratello Amédèe duplicò nei primi del ‘900 almeno 30 opere di Van Gogh ed era amico del dott. Gachet, anch’egli in odore di falsario, come il suo amico pasticcere Eugène Murer.
Theodore Duret, dopo una onesta carriera di critico amico degli impressionisti, dopo il 1894 si lanciò in una dissennata vendita di oltre 40 Van Gogh fasulli, perlopiù grossolane nature morte,che diceva provenire dal TAMBOURIN della Segatori. Altro che, come dice il Perticarini, fino al 1930 Van Gogh non lo conosceva nessuno, forse è lui che non lo conosce bene nel 2012! Poi tutto il balletto olandesi sì,olandesi no.
Perticarini finge di non sapere che sono i quadri che devono andare al museo Van Gogh per essere esaminati ed eventualmente ottenere parere favorevole e non viceversa. Molte volte il museo si rifiuta perfino l’esame diretto. Perchè questo non ha seguito la prassi? Poi i peli, il sangue, le impronte, chi ha detto che devono essere per forza di Van Gogh? E allora, prima si fanno i riscontri, eventuale DNA compreso, poi se tutto torna si annuncia l’autografia incontestabile, cosa vuol dire potrebbe essere….è ridicolo.
Da quanto sopra precisato è evidente che il corollario in 8 punti fissato dai curatori a suggello dell’autenticità è di una inconsistenza tale da non dire nulla perchè essi sono di una genericità palese e se si sono riempite più di 300 pagine per la loro formulazione, ebbene, non sento neppure la necessità di fare uno sforzo di lettura che mi verrebbe richiesto.