A chi tocca curare il giardino di via Loreto?

La siccità di questa estate particolarmente calda e la mancanza di manutenzione rischiano definitivamente di condannare alla morte il magnifico giardino di via Loreto, presente all’interno di una lottizzazione. Ma di chi è la colpa di questo stato di cose? Come spesso accade, quando ci si trova di fronte ad opere di urbanizzazione costruite da diverso tempo e non ancora prese in carico dalla pubblica amministrazione, fra costruttore e Comune inizia il rimpallo delle responsabilità. L’imprenditore edile, Maurizio Baldoni, che ha realizzato, circa tre anni fa, il nucleo urbano di via Giunchi e il parco, sostiene che il Comune  avrebbe dovuto già da tempo prendere in carico il giardino e l’illuminazione interna e quella della via pubblica. Un’attesa che sino ad oggi si è dimostrata vana tant’è che, dopo anni che ha custodito il parco, con l’avvento della crisi economica si è trovato costretto a spegnere i lampioni rendendolo, di sera, non più frequentabile. I residenti della via lamentano, inoltre, di non vedere da tempo neppure un gettito d’acqua innaffiare le piante e il prato pur essendo presente un moderno sistema di irrigazione ma anch’esso spento. L’assessore all’urbanistica Giacomo Galassi sostiene, invece, che questa area verde non è ancora di proprietà del Comune. “Un mese e mezzo fa, afferma l’assessore, ho mandato una ditta a tagliare l’erba perché c’è una situazione di abbandono ma la fattura di questo intervento sarà a carico dell’impresa edile che ha lottizzato. L’obiettivo dell’Amministrazione è quello di chiudere questa lottizzazione e di arrivare ad un suo collaudo parziale in modo tale da stralciare il giardino, di prenderlo in carico e di consegnarlo per la sua manutenzione al rione Mercato integrando la convenzione già in atto.” Ma, come abbiamo visto, il privato la pensa diversamente e, mentre le posizioni rimangono ancora distanti e non sono chiari gli obblighi delle parti, il giardino sta morendo e diventa sempre più luogo inaccessibile e inutilizzabile da parte dei recanatesi. In più, a complicare maledettamente le cose, c’è in atto anche un contenzioso giuridico per un ricorso al Tar per un problema di confini fra pubblico e privato. Motivo di lamentele è anche la gestione del polmone verde dei giardini pubblici, posti all’interno del centro storico, che si sviluppano su tre piani. Le segnalazioni giungono spesso dai turisti che lamentano aiuole sofferenti e aride nel piano al di sotto dell’ingresso principale (quest’ultimo, invece, decoroso e gradevole), staccionate in legno divelte, la presenza di una zona transennata da tempo immemorabile a causa di un muro pericolante  ed infine per lo stato, davvero pietoso, in cui versa la vasca posta al terzo piano inferiore, vuota e deposito di rifiuti vari. Di notte, inoltre, il luogo è il raduno preferito di giovinastri e di strani traffici.

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