Mandolini condivide la scelta del cardinal Martini

Recanati. Quando verrà il momento che non potrò più respirare autonomamente, so già quello che dovrò fare per non prolungare la straziante agonia per me e per i miei cari.” Giampaolo Mandolini, 70 anni , anni, colpito da dodici anni da una tremenda malattia progressiva ed incurabile conosciuta, in chiave moderna, anche come la malattia dei calciatori o sclerosi laterale amiotrofica, cinque anni rendeva noto il suo testamento biologico. Oggi il caso del cardinal Martini, ripropone con forza il tema dell’accanimento terapeutico e del fine vita. Intanto, Giampaolo come stai?

Dopo il caldo meglio,e, con la malattia, ho ancora un rapporto possibile di convivenza, logicamente continuando la mia vita di relazioni con l’allegria che mi è propria.

Il Cardinale Martini, rifiutando l’accanimento terapeutico, ha dato il la ecclesiale all’eutanasia?

Assolutamente no! Questo santo uomo ha saputo parlarci con il nostro linguaggio ed anche con una musicalità diversa da quella che comunemente ascoltiamo da molti porporati. Carlo Maria Martini è morto semplicemente da religioso accettando la fine come i nostri nonni, rifiutando le macchine che

l’avrebbero fatto vivere oltre il consentito.

Domenica scorsa, IL Papa a piazza San Pietro, ha dimenticato di parlare del cardinal Martini?

Il male minore è sempre quello di non cambiare niente! Speriamo che  i nostri interrogativi possano, in breve, trovare un’autorevole risposta. Ognuno di noi, certamente, vive secondo coscienza: Ribadisco che inoltrarsi in un accanimento terapeutico e poi chiedere di staccare la spina è sicuramente un dramma di difficile soluzione per tutti: famigliari, medici, religiosi e giudici. Chiarisco dicendo che condivido la scelta del Cardinale.

E l’eutanasia?

Forse  è una possibilità che si prende in considerazione quando si ha in tasca una diagnosi certa di sentenza di morte. In questo caso la disperazione può spingerci verso una fredda determinazione.

Sono comunque fermamente convinto che il suicida sia sempre lasciato incautamente solo avvolto dal suo buio profondo , senza una mano che tenta di accompagnarlo verso l’uscita.

E la ricerca scientifica?

La speranza non muore mai! Io sono quotidianamente in sua compagnia e incoraggio i miei fratelli SLA piu’ giovani.

Progetti?

Una nutrita agenda un po’fantastica nel voler rivedere la mia famiglia argentina o di allinearmi in cerca di una comoda poltrona di onorevole e risolvere i miei problemi finanziari. Scherzi a parte, sto progettando seriamente di poter diventare un famosogiornalista !”

Una chiosa che rivela ancora una volta lo spirito canzonatorio di Giampaolo.

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