RECANATI. Terminate le feste di Natale si è rimboccata le maniche e con l’aiuto del figlio e di alcuni volontari si è messa a “ripristinare le barriere architettoniche” davanti alla sua abitazione di via Biagiola, nel rione mercato. Antonietta Vincenzoni ha le lacrime agli occhi quando prova a raccontarci la sua storia e quella della sua famiglia, un figlio di 21 anni e un marito finito, alcuni anni fa, in carrozzina con grossi problemi di trasporto dato che la casa, dove abita, si trova lungo una salita con un forte pendio. Lei aveva provato ad allargare la corte comune del piccolo condominio per far giungere più comodamente i mezzi di trasporto accanto al portone di ingresso della sua abitazione (il proprio e quello della Croce Gialla) ma ha trovato un giudice che le ha dato torto facendo scattare l’ingiunzione di ripristino del cortile com’era prima, “ferma la possibilità, si legge nella sentenza, di accesso e di fermata nell’area condominiale da parte dei mezzi di soccorso”. Cosa, sostiene la donna che oggi, fanno con grande difficoltà.
Fu proprio nel Natale del 1980 che Antonietta Vincenzoni conobbe suo marito Leonardo e “dopo sei mesi, racconta, ci siamo sposati. Ci siamo amati sin da subito e lo abbiamo fatto per tutti questi 32 anni, seppure ci siano state liti furibonde, periodi bui, allontanamenti e riavvicinamenti, una separazione.” Da quella unione ebbero un figlio, Francesco, oggi ventunenne. Nell’aprile del 2005 la tragedia. Suo marito ha un’emorragia cerebrale, viene operato all’Ospedale di Torrette di Ancona e successivamente ricoverato per sette mesi all’Istituto di Riabilitazione S.Stefano di P.P.Picena. Sono mesi dolorosi e difficili come è stato difficile il suo rientro a casa perché Antonietta è costretta a rivoluzionare tutta la sua vita (lavora all’Asur di Civitanova) per assicurare la dovuta assistenza al marito riuscendo a garantirgli un inserimento diurno mirato con rientro a casa alle 15 di pomeriggio.
Il trasporto quotidiano viene assicurato dagli operatori della Croce Gialla e per agevolare la sosta e la manovra del mezzo dell’associazione di volontariato e dell’auto di famiglia, usata per il trasporto, Antonietta chiede di poter utilizzare una parte del cortile del condominio (sono due i proprietari compresa Antonietta) per abbattere le barriere architettoniche. Il progetto venne eseguito nel maggio dell’anno scorso a sue spese come prevede la legge (qualora non ci sia l’accordo degli altri condomini), con l’allargamento del passo carrabile.
Inizia, a questo punto, una causa civile e il giudice da’ ragione al ricorrente che contestava quei lavori. “Sono stata, così, costretta a ripristinare lo stato dei luoghi ricreando, lamenta Antonietta, di fatto le barriere architettoniche che impediscono a Leonardo di condurre una vita normale. Ora mio marito, visto che la nostra casa è situata lungo una strada che ha una forte pendenza (davanti al piazzale della Chiesa di S.Francesco a Recanati) e non vi sono le condizioni di sicurezza, per la sosta dei mezzi né, tanto meno, per far salire e scendere un disabile. Per cui, dovrà restare chiuso in casa o essere inserito in un Istituto perché io non posso più fare sforzi fisici, come ho fatto sino ad ora, per farlo accedere ai mezzi di trasporto. Dunque Leonardo, conclude infine la donna, con il tesserino arancione della concessione parcheggio invalidi, rilasciato dagli organi competenti, può essere accompagnato con qualsiasi automezzo davanti a qualsiasi Chiesa, monumento, accedere ai centri storici, parcheggiare sin quasi dentro al Duomo di Milano o alla Cappella Sistina, ma non può farlo davanti a casa nostra.”