Eccolo, è appeso a quella forca

nota di Girio Marabini (per il “giorno della memoria” 27 gennaio 2013). Vorrei riproporre all’attenzione dei lettori del giornale on-line “radioerre.net”, l’ultimo istante della vita di Dietrich Bonhoeffer uno dei più grandi teologi del Novecento. Il suo pensiero fu diffuso in Italia nel periodo della contestazione studentesca (’68), da Italo Mancini, filosofo e pensatore marchigiano tra i più illustri. Bonhoeffer teologo luretano tedesco, oppositore del regime nazista, aveva lottato per far cadere Hitler . Dopo anni di prigionia, mancavano pochi giorni alla liberazione, fu impiccato nel carcere di Flossemburg, per ordine diretto di Hitler.  Affrontò la morte con grande dignità e nella preghiera. Ecco la testimonianza del medico  Fischer-Hullstrung, così come riportata da Italo Mancini ” Dalla porta socchiusa di una cella della baracca, ho visto il pastore Bonhoeffer, inginocchiato in preghiera intima con il suo signore Iddio. La maniera di pregare di quell’uomo così simpatico, maniera piena di abbandono e di fiducia, mi fece profonda impressione. Ai piedi della forca si fermò ancora per  una breve preghiera, finché salì silenzioso e risoluto la scala (…) (Tre follie, Edizioni Camunia, Milano pag.144).

Di fronte al male, alla sofferenza, l’uomo si domanda: “perchè si soffre tanto? Dov’è Dio quando la gente soffre così barbaramente? Italo Mancini offre la risposta di un rabbino. “Nel  campo di concentramento di Auschwitz, di fronte alle forche dell’impiccagione, un giovane chiede al rabbino:” dov’è, dunque, Dio? Dov’é? Risposta “Eccolo, è appeso a quella forca” (Ibidem, pag.14) …senza commento!

 

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