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Conferenza stampa dei vertici del Cosmari per tracciare i traguardi raggiunti, ma anche per denunciare le tante difficoltà poste all’attività del Cosmari, dall’Italia dei dinieghi e delle esasperazioni ideologizzate. “Basta con gli avvoltoi che volano sopra il nostro impianto», ha detto il presidente Daniele Sparvoli, mentre cerca di far luce sulla nuova discarica di Cingoli e di allontanare «i dubbi scaturiti dalle tante strumentalizzazioni». Un «calvario economico» tra studi legali e tribunali, una battaglia segnata da ben nove ricorsi bocciati dal Tar delle Marche e dall’ultimo appello al Consiglio di Stato. «Dal settembre 2009 — ha spiegato Sparvoli — 150mila tonnellate di rifiuti sono state trasferite fuori provincia. Se la struttura fosse partita tre anni e mezzo fa, tutte le famiglie del territorio avrebbero risparmiato oltre 5 milioni di euro. Tra l’altro Cingoli, chiusa in un campanilismo ostinato e dannoso, non ha onorato gli accordi presi con i Comuni soci del consorzio incidendo pesantemente sull’equo indennizzo e sulle risorse a disposizione. Alzare le barricate non ha più senso e siamo sicuri che per l’estate la discarica, moderna e tecnologica, ripartirà. «Questa diatriba ha recato solo un aumento del 40% di spese, ha affermato il direttore generale Giuseppe Giampaoli, sebbene registriamo già le tariffe più basse rispetto alla media regionale e nazionale. Ad esempio la tariffa per l’indifferenziato e rifiuto secco costa nella provincia di Macerata 86 euro a tonnellata contro i 100 euro a livello nazionale, mentre per l’organico 47 euro contro 70. Il termine ultimo per la concessione da parte del Comune di Cingoli scade il 15 febbraio e la nuova autorizzazione integrata ambientale, necessaria per realizzare l’impianto, è prevista per il 17 dello stesso mese. Non esistono motivi reali per arenare il progetto. Il Cosmari non è l’Ilva, ha concluso Giampaoli, come qualche ambientalista locale vuole far credere».
