In considerazione della nostra confusa e delicata situazione politica -finanziaria, può essere importante far conoscere ai cittadini che nel mondo ancora esiste qualche grande vero “Apostolo del Socialismo” noto con il semplice nome di Pepè Mujica. Dal giornale AVANTI. Barbara Conti – Senza confini la lezione di ‘Pepe’ Mujica.
In Italia la crisi dilaga a tutti i livelli. Le Istituzioni “scricchiolano” e chiedono rinnovamento dalle nuove elezioni per rinominare i vertici di Regione Lazio, Camera e Senato. Servono esempi nuovi di buona politica ed economia.
Arriva dall’Uruguay, il secondo Stato più piccolo del Sudamerica. Incredibile come il nostro Stato sembri anni luce indietro. Fino al 1 marzo 2015 prossimo l’Uruguay vanterà il prestigio di essere governato da un Presidente della Repubblica quale José Alberto “Pepe” Mujica Cordano noto come Pepe Mujica, il cui mandato è iniziato l’1 marzo 2010. Esponente del Frente Amplio (Fronte Amplio), corrispondente all’Internazionale Socialista. Classe 1934, vive senza scorta. Guadagna 250mila pesos (circa 10 mila euro) come Capo di Stato; però Mujica trattiene per sé soltanto 800 euro (che in Uruguay equivalgono allo stipendio di un impiegato bancario); devolve il resto al Fondo Raúl Sendic, un’istituzione che aiuta lo sviluppo delle zone più povere dell’Uruguay attraverso la costruzione di abitazioni con acqua e luce. Il motivo di tale scelta di vita? “Questi soldi mi devono bastare perché ci sono molti Uruguaiani che vivono con molto meno!”. Anche la sua pensione di senatore, da anni, la dona interamente in beneficienza. Egli, poi, abita in una piccola fattoria a Rincón del Cerro, nella periferia di Montevideo. Tiene uno stile di vita talmente sobrio che utilizza una vecchia Volkswagen Fusca di colore celeste (il nostro Maggiolino degli anni ‘70). Quale auto presidenziale ha chiesto un’utilitaria, una Chevrolet Corsa, che usa solo durante gli incontri ufficiali. Non possiede un conto in banca, né tantomeno ha una carta di credito nel suo portafoglio. Per il fisco è un nullatenente e non un evasore, come accade in Italia spesso. Ministro, tra il 2005 ed il 2008, dell’Allevamento, dell’Agricoltura e della Pesca, è stato in carcere, come il nostro Presidente della Repubblica Sandro Pertini, per circa 15 anni di cui 13 nel penitenziario di Punta Carretas. Inoltre, egli vanta un passato da guerrigliero ai tempi della dittatura, dopo la quale è diventato deputato, senatore, ministro e Presidente della Repubblica. Dato, infine, assolutamente non trascurabile, anzi di rilevanza storica, è il fatto che, il 28 giugno 2009, Mujica è stato eletto candidato Presidente del Frente Amplio con il 52% dei voti contro il 39% del suo principale avversario, Danilo Astori. Attuando una vera e propria rivoluzione politico-economica-sociale, tra le prime proposte di Mujica figura la vendita di parte di azioni di imprese statali. Non è un caso che sia uno dei Presidenti più amati e più popolari. Il suo carisma, la sua notorietà e il consenso che ha ottenuto derivano tutti essenzialmente dalla vicinanza all’elettorato e dal dialogo che sa instaurare con la popolazione, quello di una persona che vive tra la gente come la gente. Dunque, un esempio di buon governo e di buona politica, economica e sociale, imperniata su fatti e non sulle tante parole, tipiche delle campagne elettorali mediatiche moderne. Quest’ultime, spesso, servono solamente a fare promesse disattese senza poi risolvere i problemi concreti e quotidiani delle persone, afflitte da una crisi sempre più grave, che colpisce sempre i soliti ceti meno abbienti. Il cambiamento si ottiene con l’impegno di tutti, a partire da quello tangibile della prima carica dello Stato. Speriamo che anche in Italia arrivi quest’aura di rinnovamento sulla spinta del riformismo socialista in generale.