Don Lamberto Pigini, marchigiano dell’anno

Recanati. Mette gioia e speranza a sentirlo Don Lamberto Pigini, marchigiano dell’anno premiato la settimana scorsa a Roma, insieme ad altri imprenditori e artisti, dal  Ce.S.Ma – Centro Studi Marche “Giuseppe Giunchi”: “l’Italia risorgerà, dice convinto, anche se tutta l’Europa, compresa la Germania, è in sofferenza perché noi italiani siamo creativi, abbiamo la mente che corre a cercare cose nuove, soprattutto le Marche. Dobbiamo essere orgogliosi di essere maceratesi e dobbiamo ripeterci che ce la faremo, ce la dobbiamo fare a trovare occupazione, soprattutto ai giovani.” Don Lamberto racconta che “non m’immaginavo mai che una sala tanto grande fosse stata così gremita di persone, per la maggior parte marchigiani che a Roma sono quasi 800 mila: pensate quanti sono stati costretti a lasciare la loro terra per trovare lavoro e fortuna a Roma! Nel mio discorso sono partito dalle parole del grande San Paolo quando diceva che nella vita aveva compiuto tante cose e alla fine conclude con “cursum consumavi et fidem servavi” e cioè ho terminato la mia vita ma ho conservato la fede.” Di sé gli piace ricordare gli inizi quando “in corso Persiani, nella sala dell’Azione Cattolica, con l’insegnante Trapanese, il cui marito era il pretore di Recanati,    sono stato il promotore assoluto in Italia dell’insegnamento delle lingue straniere ai bambini, raggiungendo in Italia oltre 30 mila allievi, e i miei venti anni passati nella formazione professionale quando ho insegnato i mestieri a tanti giovani. Eravamo partiti dalla famosa crisi di strumenti musicali a Castelfidardo quando c’erano 20 mila lavoratori quasi tutti disoccupati e l’unica strada era l’emigrazione. Ma emigrare non era uno scherzo! E allora iniziammo ad insegnare questi nuovi mestieri come riparatori radio e televisioni, saldatori, meccanici, aggiustatori meccanici, etc. Questi corsi erano provvidenziali e ce ne vorrebbero anche oggi perché duravano un anno e qualcuno anche due ma si faceva la pratica, c’erano gli esperti artigiani, che insegnavano il mestiere, sempre in mezzo agli allievi, e la teoria era solo quella che si riferiva al loro specifico lavoro. Dalla scuola di lingue, per non perdere tante ricchezze acquisite nella didattica dell’insegnamento, abbiamo aperto la Eli, la casa editrice che tuttora esporta in 60 paesi del mondo, mentre dal piccolo centro di stampa, che avevamo per la formazione professionale, si è sviluppata la Tecnostampa, l’azienda più importante di tutto il centro sud italiano che oggi stampa anche 3 quotidiani: il Resto del Carlino, il Corriere Adriatico e Prima Pagina, un quotidiano dell’Emilia Romagna.”  Si dice avvilito per i giovani che non trovano lavoro e preoccupato per la crisi economica ma “c’è ne è un’altra, spiega, di crisi ancor più seria e più preoccupante ed è quella politica e ce ne è anche un’altra di crisi che è la più seria di tutte ed è la crisi morale, l’abbandono dei valori e dei principi. L’unica nostra speranza ora Papa Francesco che ci porti un po’ di luce.”

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