nota di Girio Marabini. Nella situazione attuale di stallo e di veti reciproci, si fa fatica a riconoscere segnali di novità nei comportamenti dei partiti. Eppure pensavamo che dopo i risultati delle elezioni nulla sarebbe stato più come prima. Di fronte alla grave crisi economica e all’arroccamento dei partiti, bene ha fatto il Presidente della Repubblica a convocare i due gruppi di saggi; dal loro lavoro potranno venire indicazioni utili per favorire un confronto costruttivo tra le forze politiche. Ora tocca ai partiti avere quel “sussulto di responsabilità” richiesto a gran voce dal Presidente della Repubblica e dagli stessi elettori. Una parte politica ha già deciso: il suo ruolo sarà quello di opposizione (ruolo comunque necessario e fondamentale). Se non si vuole tornare alle urne, non resta quindi che il confronto tra le altre forze politiche. In questa situazione occorre un governo straordinario e di “servizio” capace di aggredire la crisi e di creare le condizioni perchè il paese torni in tempi brevi alla normalità (riforme). Che problemi ci sono? Se si è convinti delle proprie qualità etiche e morali e della forza delle proprie idee si può governare anche con chi “in tempi normali” si considera un avversario.Occorre tener presente infatti che la democrazia, come ci hanno insegnato i grandi statisti del passato, non è soltanto alternanza nel governo della cosa pubblica ma è anche “avvicinamento” delle posizioni politiche: in pratica tra maggioranza ed opposizione non può esserci un abisso perché i riferimenti comuni sono gli stessi, sono cioé i principi qualificanti della Costituzione che definiscono i rapporti civili, etico-sociali, economici, politici e l’ ordinamento dello Stato. Possono variare gli orientamenti culturali, le modalità di intervento, le priorità ma la sostanza è quella e quelle sono le finalità, per questo non dovrebbe essere difficile trovare punti di incontro. Da qui la necessità che i partiti mettano in campo un supplemento d’anima. Paradossalmente proprio la loro debolezza – nessuno di loro è in grado di governare da solo – può rappresentare l’ occasione propizia per una sorta di “compromesso storico”, estremamente necessario per ricostruire le ragioni della nostra convivenza civile e politica e ricominciare poi ognuno con il proprio ruolo.