Recanati. Resa dei conti, fra Fondazione Ircer, che gestisce la casa di riposo di via XX Settembre e la casa albergo di Villa Teresa, e il Comune di Recanati. Il consiglio di amministrazione dell’Ente di assistenza ha avanzato, infatti, formale richiesta dell’importo di 72.399 euro per l’integrazione delle rette di ricovero degli ospiti indigenti per l’anno 2011: 10 alla casa di riposo e 23 alla casa albergo che non riescono, con la propria pensione, a pagare per intero la retta seppur modesta. Dal Comune, però, la risposta è picche perché, risponde il dirigente dell’area servizi al cittadino, Giorgio Foglia, non c’è stata a monte, da parte dell’assistente sociale comunale, una valutazione della reale situazione economica degli ospiti cosidetti indigenti, per i quali si richiede l’integrazione della retta, per cui il “trasferimento sollecitato, stimato in linea generale e forfettario, non risulta giustificabile.” Anzi il dirigente rincara la dose definendo “paradossale la richiesta presentata a distanza di due anni ed a fronte di uno stanziamento comunale conosciuto pari a 30 mila euro.” L’occasione è buona anche per comunicare agli Ircer che non è possibile avanzare simili richieste per il 2012 o il 2013 perché, essendo l’Ente diventato di diritto privato, il Comune ha ben pensato di cancellare dal bilancio tale contributo a significare che, se integrazione della retta ci deve essere, dovrà essere lo stesso anziano a richiede al Comune l’intervento presentando tutta la sua situazione reddituale. E già che ci siamo il dirigente richiede agli IRCER, entro 60 giorni, di rendicontare, euro per euro, i contributi che il Comune ha erogato dal 2006 ad oggi nel nome, naturalmente, della trasparenza e legalità. Nulla da eccepire in punta di diritto, naturalmente, ma forse si dimentica che gli Ircer sono sì una Fondazione privata ma retta da un consiglio di amministrazione nominato dal Sindaco e composto da rappresentati politici che, per tale incarico, non percepiscono né indennità né rimborsi spese e che si tratta pur sempre di una onlus che opera non per lucro ma per il bene della comunità. Tanta burocrazia, infine, sembra un po’ fuori luogo se rapportata alla realtà degli ospiti dell’Ente che sono da tempo ricoverati, spesso senza alcun familiare di riferimento, non in grado di gestire da soli la propria vita e per i quali la struttura rappresenta una famiglia un po’ allargata dove i rapporti, spesso, non sono improntati alla burocrazia ma al buon senso e ai sentimenti.