RECANATI. Nota del Comune. Una via dedicata a Franco Cingolani, ed una ad Argeo Gambelli Fenili. L’amministrazione Comunale si appresta a ricordare due suoi illustri cittadini impegnatisi nel mondo del sociale e della scuola, e che hanno profondamente legato il loro nome alla città di Recanati. Giovedì 25 aprile si svolgerà la cerimonia di intitolazione di una traversa di via Angelita a Franco Cingolani. L’appuntamento è alle ore 10,00.
Franco Cingolani nasce a Recanati il 14 settembre del 1916 da una famiglia povera, ma riesce a compiere gli studi classici e poi ad iscriversi alla facoltà di medicina a Roma. Già a 18 anni inizia ad insegnare, ma la guerra lo porta in Libia. Poi prende parte alla lotta partigiana prima a Macerata e successivamente a Matelica, dove ha contribuito alla costituzione di un gruppo con circa 60 uomini. Di quella esperienza resta anche l’episodio della cattura da parte dei fascisti e dei tedeschi e quindi il trasferimento prima nel carcere di Macerata e poi di Perugia per essere giudicato e poi fucilato. Solo l’arrivo degli Alleati, col guardiano del carcere che gli ha aperto la porta della cella, ha evitato la fucilazione e così Franco Cingolani potè far ritorno a Recanati, addirittura a piedi. Ottenuta l’abilitazione magistrale insegna prima alle elementari di Castelnuovo e poi, negli anni sessanta, alla elementare B. Gigli. Nel frattempo matura le sue convinzioni sul metodo di insegnamento da portare avanti nella scuola che egli avrebbe voluto. Cingolani è contro il metodo repressivo e si avvicina alle teorie del pedagogista Freinet. Frequenta quindi corsi di aggiornamento e legge riviste e testi su questo nuovo metodo sino ad attuarlo in classe. Un modo nuovo e rivoluzionario di insegnare che piace agli alunni, ma meno ad alcuni colleghi tanto che è costretto a rinunciare all’insegnamento della religione. Cingolani viene etichettato come un maestro “diverso”, maestro anche di vita per gli stessi ragazzi che amava come i suoi figli, sempre pronto a dare una mano nei momenti di difficoltà e legato davvero alla cultura che amava nelle sue varie forme. Coraggioso, coerente con se stesso e con gli altri, è rimasto legato alla scuola dall’età di 18 anni sino al 1974 . Dopo aver chiuso con la scuola Franco Cingolani si impegna presso la Camera del Lavoro e con la moglie Naide corona il grande sogno di girare il mondo. Visita tutta l’Europa ad eccezione dell’Inghilterra. Nel 1985 il suo ultimo lungo viaggio in Cina. Muore, colpito da un ictus cerebrale, il 7 luglio del 1986.
Mercoledì 1 maggio avverrà invece l’intitolazione di una via ad Argeo Gambelli Fenili. La cerimonia è in programma alle ore 10,00 nella zona di Fontenoce. Gambelli nasce ad Ancona il 14 gennaio del 1922, da una famiglia notoriamente antifascista, tanto che il padre Alessandro e lo zio Ernesto sono affiliati alle “leghe rosse”. Si avvicina al PCI durante la seconda guerra mondiale, dove è impegnato come motorista navale. Al termine del conflitto viene insignito con la croce al merito. Le prime lotte le svolge ai cantieri navali di Ancona, dove è tra i promotori dell’occupazione causata dai timori degli operai per la ventilata chiusura dello stabilimento. Gambelli si iscrive al PCI e tra la fine del 1949 e l’inizio del 1950 è segretario dell FGCI di Macerata e segretario aggiunto della CDL. Le prime grandi lotte che conduce e che gli assicurano il consenso dei contadini – inizialmente diffidenti e poco abituati a scioperare-sono legate al rispetto del nuovo patto colonico che lascia loro il 53% del raccolto e alle battaglie per l’abolizione delle regalie e delle prestazioni di giornate lavorative obbligatorie. La grande battaglia arriva nel giugno del 1954, quando si apre una grave crisi alla Cecchetti di Porto Civitanova e i lavoratori lo chiamano per una manifestazione. In un’assemblea pubblica denuncia con ampia documentazione il ricatto esercitato dalle commesse americane all’azienda, nonché l’intenzione della direzione di licenziare gli operai sindacalizzati e quelli militanti nei partiti di sinistra. Con il trascorrere del tempo la crisi alla Cecchetti si fa più acuta e Gambelli viene arrestato e tradotto immediatamente in carcere per aver oltraggiato un commissario di Polizia, durante un corteo di operai a Macerata. Un’ondata di indignazione si diffonde in tutta la provincia e non solo, e alcuni parlamentari presentano una interrogazione urgente all’allora Ministro Tambroni. Gambelli viene scarcerato e le battaglie condotte gli garantiscono la notorietà e la fiducia dei lavoratori. Così, nel 1963 il comitato centrale del PCI gli offre la candidatura per l’elezione alla Camera dei deputati dove viene eletto. A Roma si occupa della commissione affari interni, in special modo della protezione civile, ma non dimentica i problemi del Maceratese. Denuncia gli infortuni sul lavoro, critica l’uso di una colla particolarmente nociva impiegata nella produzione di calzature, rivela il piano di chiusura di alcune aziende statali, tra le quali la Montecatini di Porto Recanati, notizia che provoca una serie di agitazioni. Nel 1964 è eletto consigliere comunale a Recanati e continua il suo lavoro parlamentare che viene apprezzato dai vertici del partito. Poi è colpito da una grave malattia che lo costringe a interrompere qualsiasi attività politica, ma resta al fianco dei lavoratori tanto che nel 1970 è in prima fila a Macerata nella grande manifestazione indetta da CGIL, CISL e UIL, cui partecipano oltre seimila lavoratori per chiedere la riforma dei patti agrari, la modernizzazione dell’agricoltura e una legge per il superamento della mezzadria. Ormai pensionato, nel 1972 si trasferisce con la famiglia a Recanati dove muore il 20 ottobre del 2007.