di Nazareno Agostini, capogruppo PDL-PPE Consiglio Provinciale Macerata. Quello proposto dalla giunta prov.le è il solito documento vuoto, prodotto da chi riesce a malapena a gestire l’ordinaria amministrazione, senza avere il coraggio di guardare avanti, senza idee forti per la crescita e lo sviluppo. Infatti a Macerata, come moltissimi lamentano, tutto è assopito, rallentato e spesso intriso di burocrazia.
Il bilancio di previsione è figlio del fallimento del progetto politico “provincia e regione insieme” sul cui inganno è stato eletto questo centro-sinistra, che amministra un ente fermo da quel fatidico 2010 quando, prima il commissariamento, poi il cambio di sponda da parte di Pettinari, ha portato allo stallo che conosciamo. Tuttavia nel documento una certezza c’è: le tasse. Tasse al massimo possibile sulla assicurazione dei veicoli, per poi dichiarare candidamente che “non esiste un concreto sistema di verifica della tassa rc auto”.
Questa è la provincia dove il piano delle dismissioni immobiliari per far fronte ai minori trasferimenti pubblici è solo sulla carta, infatti da anni viene scritto della vendita dell’ex liceo di Civitanova, dell’hotel Marche di Tolentino, del Santo Stefano di Recanati, senza che nulla venga realizzato. Questa è la provincia dove esiste un contenzioso con la regione Marche del valore di oltre 10 milioni di euro, che non si vuole portare a conclusione per non andare in conflitto con i vertici regionali, a danno dei cittadini maceratesi. Questa è la provincia dove non si fa attenzione a cosa sta accadendo all’interno delle società partecipate, dove tutti gli strumenti programmatici sono superati o rappresentano libri dei sogni, presupposti errati che falsano l’individuazione delle priorità e rischiamo di disallineare l’ente rispetto alla strategia dell’Unione Europea “Europa 2020”, senza alcun sostegno ai settori dell’innovazione, dell’istruzione, della società digitale.
Un bilancio che non affronta veramente il taglio dei costi e degli sprechi che ancora ci sono. Nessuna risorsa certa per le funzioni fondamentali dell’ente, come la sicurezza sulle strade e negli edifici scolastici (si pensi all’edificio scolastico del professionale di Corridonia, dichiararo pericoloso), la popolazione che vive in montagna è completamente dimenticata, per non parlare dell’andamento dello swap acceso da Silenzi che andrebbe estinto rapidamente. Questa è la provincia, la cui giunta, invisibile ai più, continua a costare 530.000 € all’anno senza la sensibilità di dare un segnale almeno di dimezzamento. A Macerata le opportunità passano senza che gli amministratori facciano qualcosa per poterle cogliere: il distretto della domotica, il distretto culturale evoluto, i bandi europei senza alcun progetto presentato e finanziato.
In due anni nulla è stato fatto per ridurre le sedi degli uffici provinciali, ora posti su cinque edifici, ne per ridurre il monte affitti passivi. Si procede stancamente e sempre in ritardo nella messa a disposizione dei fondi devoluti dalla Regione per sostenere le imprese, il lavoro, la formazione. Se poi facciamo notare che la nostra provincia è quella che nelle Marche ha ricevuto la minor somma per pagare i debiti verso le imprese, la giunta si giustifica dicendo che si tratta di amministrazione prudente. Visto il blocco di gran parte delle sue attività, per la provincia non sarebbe stato difficile mettere a disposizione dei comuni i suoi dirigenti e dipendenti attraverso la costituzione di uffici associati.
Non sarebbe stato cos’ì difficile percorrere la strada dell’innovazione tecnologica, a partire dall’uso della PEC, mentre Pettinari e soci lavorano ancora sotto cataste di carta, alla faccia del piano E-Governement e del ruolo soffocatao della Task. Mentre il piano telematico, approvato nel 2009, è ancora in allestimento, questa provincia ha abbandonato il progetto di realizzazione della dorsale telematica Civitanova-Macerata-Tolentino- Camerino, autofinanziata con altri enti utilizzatori, che avrebbe permesso agli ospedali e a tutti i luoghi di ricovero e cura di scambiare file e immagini ad alta definizione, nonché l’attivazione di servizi di videosorveglianza e la sicurezza pubblica, di promozione turistica. Per arrivare all’accordo ministeriale con le due Università, completamente svuotato dalle azioni attuative necesarie a rafforzare le istituzioni e ridurre i costi fissi.
In due anni, cosa è stato fatto per unificare i servizi informatici? Nulla o quasi, forse in attesa che i benefici economici si esauriscano e qualcuno finisca assorbito da altri più forti. Questa è la provincia che continua a pagare ingenti spese di trasporto studenti e affitto palestre, anziché impegnare le stesse somme per costruire economici impianti geodetici, aperti anche alle associazioni sportive locali. Perfino l’ultimo treno è stato perso, quando si potevano allestire senza alcun costo per l’ente, coperture fotovoltaiche nelle scuole, la cui energia avrebbe costituito una forma di autofinanziamento degli istituti scolastici.
Sul tema della viabilità arriviamo alla confusione completa. Sono note le vicissitudini di alcuni lavori che si trascinano da anni (ponte Villa potenza e ponte Montecosaro), su cui si stanno avviando indagini e che resteranno purtroppo opere fini a se stesse in quanto non si prevedono ulteriori lavori per collegarle ai nodi viari principali. Nessun progetto per la penalizzata valle del Potenza. Quando tra pochi mesi verrà completata la superstada fino a Foligno, grazie a Mario Baldassarri, a suo tempo sempre ostacolato dalla sinistra, si evidenzieranno tutte le carenze della mancata realizzazione delle connessioni con la viabilità locale (lo sbocco a Civitanova, lo svincolo di San Claudio, la bretella Villa Potenza – Piediripa, la Tolentino-San Severino, la Pedemontana, la Mezzina da Montecosaro-Recanati), progetti ed opere che vedono la nostra provincia abbandonare ogni ruolo.
Almeno si faccia attenzione alla manutenzione ordinaria delle strade, al taglio dell’erba, alla chiusura delle buche, alla pulizia di fiumi e fossi. Ma anche qui tutti possono giudicare in base a quello che vedono quotidianamente: pochissimi soldi messi a diposizione e scarsa valorizzazione del personale stradale. Eppure le risorse economiche si possono trovare se solo si avesse il coraggio di fare scelte chiare e precise. Anche dove non servono risorse economiche ma solo capacità di coinvolgimento e coordnamento di più soggetti pubblici e privati, la giunta Pettinari non incide: solo pochi mesi or sono è stata autorizzata un’altra nuova area commerciale sulla strada Regina in comune di Porto Recanati, anzichè stimolare il piccolo commercio e l’artigianato nei centri storici. Del polo fieristico di Villa Potenza nessuno più ne parla, come del progetto di metropolitana di superficie Civitanova-Macerata. L’elenco potrebbe continuare, ma quello che più conta è che non è assolutamente vero che la crisi in atto ci vincola a stare fermi e non fare nulla; anzi proprio in questa fase si valutano le capacità di visione e innovazione concreta dei pubblici amministratori.