Deborah Pantana scrive al nuovo sindaco di Macerata Romano Carancini

Caro Romano, finita questa lunga campagna elettorale, lasciando quindi da parte i toni che ci hanno contraddistinti in questa competizione, sento il dovere di augurare a te e alla tua giunta un buon lavoro, questo per Macerata.

Pur avendo perso al ballottaggio mi rendo conto del ruolo che gli elettori mi hanno affidato: quello dell'opposizione e quindi del controllo dell'azione amministrativa, che tu ben sai come ho fatto negli anni passati eserciterò fino in fondo. Non posso nascondere al di là di tutto, la soddisfazione dei tanti consensi personali che ho ricevuto per questo continuerò a dar voce e corpo alle esigenze di moderazione e di cambiamento, di efficienza e di incisività nell'azione amministrativa , di apertura e di dialogo tra istituzioni e cittadini. In questo ambito la politica cittadina può fare molto, favorendo e coordinando lo spirito di iniziativa di singoli e di associazioni, collaborando con le altre istituzioni, quali l'Università, l'Accademia, le Associazioni di categoria, i servizi sanitari e sociali e altre, perchè si migliori la qualità dei servizi offerti.

Come tu ben sai, la nostra città può contare da sempre su straordinarie risorse: la terra che l'accoglie, la gente che la abita, le imprese, le professioni, il commercio, i servizi, l'artigianato, l'arte, la cultura tutte altamente qualificate. Le radici profonde della nostra storia poggiano su un terreno fertile, ricco di forti ideali religiosi e laici mai sopiti, indispensabili per la crescita civile della popolazione e per lo sviluppo delle attivita' nel territorio. Eppure, nonostante ancora conservi buoni livelli di qualità della vita, Macerata vive una crisi ormai evidente, che si palesa con segnali da non sottovalutare: il malessere dei giovani, la solitudine degli anziani e dei disagiati, la perdita di occasioni di lavoro, l'isolamento della città della sua Provincia, l'isolamento viario e la presenza di troppi immigrati. I quartieri, Villa Potenza, Sforzacosta, Piediripa, anima vera e vitale della nostra tradizione, punto di forza del nostro sviluppo cittadino nel passato, non sono stati messi in condizione di esercitare il loro ruolo nelle scelte politiche e sociali della città. Ora alle forze politiche spetta dunque il compito di operare le scelte perchè la città riprenda forza in tutti i campi del vivere comune, perchè la nostra città ritrovi la memoria della sua storia, la passione del suo presente, la speranza e la fiducia nel suo futuro. In un'età come l'attuale in cui i veri sentimenti e i valori naturali vengono fatti passare per “retorica”, il mio appello è rivolto in particolare alle donne ed ai giovani, il cuore della nostra società: alle donne perchè mettano a disposizione l'equilibrio che tutti i giorni dimostrano di possedere nelle proprie famiglie e nel lavoro, ai giovani perchè mettano al servizio degli altri il loro entusiasmo innovatore.

Buon lavoro a tutti noi e per me e per  il nostro movimento rimane che “insieme si cambia”.

 

Deborah Pantana

 

 

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