Bambino suona il campanello e fugge, sessantenne lo picchia

PORTO RECANATI – Lo scherzo del suonare i campanelli agli estranei e scappar via, è certo un’usanza molto diffusa tra i giovani, ed è anche una situazione che forse un po’ tutti noi abbiamo sperimentato da infanti e adolescenti. Farlo però con costanza e assiduità sicuramente non giova, e dallo scherzo innocente si può passare facilmente all’esasperazione – almeno per chi subisce questa burla -, se non addirittura all’aggressione. Così è successo giovedì sera, in via Micca, nei pressi del lungomare. Un gruppo di ragazzini, di età intorno agli otto anni, che era già solito prendere di mira questa abitazione, non ha desistito dalla solita burla. Purtroppo per loro, il suo abitante, un porto recanatese sessantenne, avvilito da questo perdurare, si era appostato di nascosto, conscio che molto probabilmente questo rito si sarebbe ripetuto di nuovo. Una volta suonato il campanello, l’anziano signore è entrato in azione contro i minorenni, i quali si sono dati alla fuga. Purtroppo uno di loro non ce l’ha fatta a scappare, ed è stato afferrato dal vecchio che, avendolo preso violentemente per i capelli, lo ha poi successivamente scaraventato a terra, provocandogli diverse ferite e contusioni. I genitori del piccolo, una volta saputi i fatti, raccontati guarda un po’ dal figlio, hanno prima generato un’accesissima lite con il sessantenne – passato improvvisamente da vittima a carnefice – poi si sono rivolti ai carabinieri. Sta di fatto che, tralasciando per un secondo l’ironia del singolo episodio, la cosa ha avuto ovviamente ripercussioni penali, e l’anziano signore è stato poi denunciato per percosse con lesioni su minore.

C’è da dire, in ultima analisi, che l’esasperazione del portorecanatese potrebbe essere più comprensibile se si ricorda la zona in cui abita, ovvero nelle vicinanze del lungomare, dove molto bambini sono avvezzi a giocare a pallone e talvolta a spaccare vetri o altro involontariamente. Sicché possiamo capire come diventi allora facile perdere le staffe anche per una piccola burla come questa.

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