Un disco rotto sembra la segretaria del pd di Porto Recanati che, nell’ennesima conferenza stampa, ripete all’infinito la tiritera delle lamentele nei miei confronti, accusandomi di autoreferenzialità, mancanza di collegialità, decisionismo ed inaffidabilità. In realtà io mi sono solo difesa dalle invadenze interessate dei partiti nelle occasioni in cui la mia volontà di realizzare il programma, votato dalla maggioranza dei cittadini, veniva boicottata ed osteggiata dal Pd. Se di coerenza vogliamo parlare io sono stata coerente, la Cicconi e la parte del pd che la sostiene no.
Ancora più comica appare la tesi del Dezi, secondo il quale sarei politicamente lunatica e cambierei idea ogni due minuti. Peccato che nella sua novella veste di pontificatore non si sia posto il problema di dimostrare la mia presunta lunaticità. Mentre il suo salto della quaglia è certificato da documenti scritti: da quello in cui accusa la Cicconi a quello in cui la appoggia. Né meritano risposte le strumentali ricostruzioni, nelle quali mi si mette in bocca di tutto e si raccontano episodi falsi per usarli pretestuosamente.
C’è anche lo sdegno della Cicconi per il fatto che avrei evocato i poteri forti contro di me. E che cosa è la Confindustria, il cui Presidente si è sbracciato a favore degli investitori russi del Burchio? E che cosa sono i cattedratici e luminari del diritto amministrativo, che hanno svolto la funzione di utile pretesto per chi, prima o dopo, ha abbandonato il campo della coerenza e della tutela dell’interesse pubblico?
Ancora più forte lo sdegno della Cicconi perché avrei anche evocato corruzione e metodi mafiosi senza indicare i nomi. Rispondo serenamente che ognuno ha il suo compito. Io ho portato alla Magistratura tutti gli elementi in mio possesso. Saranno quindi i magistrati a fare chiarezza sui fatti, individuando chi abbia agito in violazione dei propri doveri e delle norme penali. Fermo restando che non permetto a nessuno di interpretare quelle mie parole, distorcendole fino a trasformarle in accusa di mafiosità alla mia città, i cui abitanti sono, tutti, vittime di chi vorrebbe contaminare la nostra vita democratica.
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