In un comunicato apparso oggi il PD portorecanatese si compiace del fatto che uno dei professionisti da quest’ultimo interpellati per rendere un parere sulla questione Burchio, assiste una delle controparti del Comune davanti al Consiglio di Stato.
Una circostanza clamorosa che, se vera, oltre a gettare inquietanti interrogativi sulla lealtà alla coalizione del partito locale, solleverebbe quesiti di carattere squisitamente deontologico ovvero: può un avvocato che ha reso ufficialmente un parere per una parte difendere l’altra in giudizio?
Che cosa pensereste del vostro socio in affari se, nel mezzo di una controversia legale che interessa la società, per avere un parere su come comportarsi si rivolgesse all’avvocato della controparte?
E’ esattamente quello che potrebbe essere accaduto al PD nella vicenda del Burchio.
Come tutti ricorderanno il direttivo del partito, all’epoca in cui faceva ancora parte della maggioranza di governo, chiese due pareri legali: uno al Prof. Lorenzotti e l’altro al Prof. Tedeschini.
Già all’epoca qualcuno fece notare che uno dei due era stato domicilatario e co-difensore in altro procedimento assieme all’avvocato della Coneroblu.
Oggi la clamorosa rivelazione.
Volendo mantenere le nostre valutazioni sul piano prettamente politico, non si può certo negare che, alla luce dei fatti sopravvenuti, la stretta di mano pubblica fra il consigliere Feliciotti ed il progettista della Coneroblu, fatta in piazza delle Rimembranze, subito dopo la presentazione delle dimissioni che hanno decretato la fine della Giunta Montali, assume una valenza molto diversa.
Uniti per Porto Recanati
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