Dopo il cimitero anche la sanità recanatese cade a pezzi

Questa volta sembra proprio che il vaso sia colmo e nessuno, neppure la delegata alla sanità, Antonella Mariani, che si era resa disponibile sin dall’inizio a lavorare per il progetto della Casa della Salute, ci sta a rimanere passivo di fronte al lento degrado  del S.Lucia. Si spegne, insomma, il malato cronico senza tentare alcuna cura. Questo è lo stato delle cose. Per giunta si ha notizia che la chirurgia a ciclo breve dell’ospedale di Recanati si riduca a semplice day/one surgery con il rischio, con l’imminente pensionamento del chirurgo responsabile Nicola Antonio Sacco, previsto per la prossima estate, che il reparto chiuda ogni sera alle ore 20. Mariani cerca di trattenersi ma la rabbia è tanta. “Voglio solo avere delle chiare certezze sul futuro dell’ospedale di Recanati. Sottolinei pure questo. Ripeto: chiare certezze”. Invito rivolto naturalmente, oltre che a Maccioni, direttore dell’area vasta 3, anche al direttore dell’Asur Marini e al presidente Ceriscioli.

Ma se la Mariani è sull’orlo di abbandonare la nave, ormai priva di una rotta precisa, non da meno si risparmiano i suoi colleghi. “Sicuramente la percezione, afferma Alfredo Moretti, medico di medicina generale ed ex presidente degli Ircer, è quella di un livellamento sempre più verso il basso della qualità dei servizi.” Cita l’esempio del punto di primo intervento che doveva rispondere a parametri di efficienza ed invece è venuto mano a mano perdendo corpo e funzione. Poi c’è anche il caso della lungodegenza che “veramente sta diventando una lunga degenza anche per i medici. Chi vi opera non vede l’ora di andar via da lì perché la qualità del servizio, che esplica, è fatta in condizioni di difficoltà estrema. Ci sono 24, 25 posti letto dove non si può gestire neanche l’acuzie minima in un paziente anziano, cioè uno scompenso cardiaco o respiratorio o un diabete, che negli anziani è pane quotidiano.”

Gli fa eco il suo collega, Daniele Massaccesi, ex assessore alla sanità che denuncia come “capitali umani e strumentali in dotazione all’ospedale di Recanati vengano sottoutilizzati mentre la Regione ha concesso numerosi posti letto a diverse strutture private convenzionate.”  In mezzo a tutto questo c’è ancora il fumoso progetto che si chiama Casa della salute. “Chiedo, dice Massaccesi, che il direttore si esprima chiaramente su qual è il progetto che vuole attuare.” Poi tocca ancora l’aspetto delle spese in sanità. “Mi risulta, per esempio, che per il territorio di Recanati due o tre anni fa siano state acquistate 13 nuove Panda così come per Civitanova e Potenza Picena, mentre oggi siamo costretti a rinviare gli interventi chirurgici per questioni di soldi.” 

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