E’ al freddo il Centro Nazionale Studi Leopardiani.

Purtroppo le difficoltà economiche, che affliggono da diversi anni, questo ente di cultura, soprattutto da quando è stata interrotta l’erogazione, in modo unilaterale da parte del Comune, nel lontano 2010, del contributo stabilito da una convenzione del 2004 (circa 75 mila euro annui), non hanno fatto altro che rendere sempre più difficili il prosieguo di ogni attività e le iniziative culturali, nonché il pagamento degli stipendi ai tre dipendenti part-time che lamentano oggi un arretrato di circa dodici mensilità. Ultima tegola in ordine di tempo è la sospensione dell’erogazione del gas metano a causa delle bollette arretrate, rimaste insolute, che ha bloccato il funzionamento delle caldaie e obbligato i dipendenti a ricorrere in questo periodo, per scaldarsi, alle vecchie stufette elettriche.

Questo sarà causa, immaginiamo, anche di notevoli disagi per tutti quegli studiosi e studenti che si servono nel periodo invernale della biblioteca del Centro. Per ora non si sa come ovviare a questo grosso problema che rischia di penalizzare ancor di più la sopravvivenza del centro e dei posti di lavoro. Il Comune rimane fermo sulle proprie posizioni anche se si cerca una riconciliazione che è poi anche la premessa per ritornare ad investire risorse per rilanciare l’aspetto culturale della città.

A questo risultato sta lavorando da tempo il presidente della commissione cultura, il consigliere Andrea Marinelli, che spera in una riapertura del dialogo fra i due enti. Cosa che va fatta assolutamente, afferma, “per senso di  responsabilità verso la città oltre che per una sensibilità culturale.” Appare, infatti, paradossale che mentre Recanati ha goduto in questi ultimi due anni di una maggiore popolarità, soprattutto grazie alla grande operazione mediatica dovuta al film di Martone, “il giovane favoloso”, poi sia rimasta povera di grandi eventi culturali che generalmente sono quelli che lasciano un segno duraturo nel tempo.

Marinelli ha notato questo con amarezza quando aggiunge: “noi dobbiamo salvaguardare quel grande patrimonio culturale rappresentato dalla biblioteca leopardiana e da tutto quell’orizzonte di studi che si è aperto ed alimentato nei decenni passati. Da qui il ruolo del Centro Nazionale di Studi Leopardiani.” Invece, quello che si è notato, conclude Marinelli “è una peregrinazione verso Napoli. I più grandi avvenimenti culturali si svolgono giù a Villa delle Ginestre, altro incantevole lungo leopardiano.”

 

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