A Recanati è difficile fare impresa. Lo sfogo di Luca Falaschini del Green Door

Luca Falaschini, 35 anni e tanta voglia di lavorare e di portare avanti nel modo migliore la sua attività, un pub in via Porta San Domenico, a due passi da piazza Leopardi, il mitico Green d’Or, confessa con tanta rabbia in corpo ed amarezza che non ce la fa più. Pensa addirittura di smettere e di andarsene altrove non perché il suo locale non attiri clientela, anzi, da quando lo ha in gestione, dal 2012, va a gonfie vele ma perché si sente continuamente “umiliato, deriso, abbandonato. Già è difficile così fare impresa, ci dice, ma se le istituzioni te la rendono impossibile allora, a 35 anni posso dire di avere perso. Non è possibile fare impresa nel centro storico di Recanati.” E’ di due giorni fa l’ennesima multa scattata mentre stava portando la merce nel suo locale con l’auto parcheggiata negli spazi di carico e scarico. “L'ho presa con la macchina piena di roba, con la porta aperta del locale e con il locale stracolmo di scatoloni. Che tra le altre cose devo raccogliere, piegare e riporre in macchina per gettare negli appositi contenitori della differenziata, visto il diniego di avere un piccolo contenitore sotto al Green Door perchè sembra non sia estetico. Non c’è un minimo di tolleranza, con la repressione non si va da nessuna parte. Eppure le tasse e le imposte le paghiamo regolarmente. Per fare cassa raschiano tutto.” Anche la sua clientela è stata più volte multata solo perché non a conoscenza che nel periodo maggio-settembre la sosta a pagamento era stata prorogata sino alla mezzanotte in via Cesare Battisti. Senza parlare della sicurezza, lamenta Falaschini: la zona, dove si trova il suo locale, è priva di videosorveglianza ed è un problema di notte raggiungere a piedi la propria auto se parcheggiata lontano. Quello che lo indispettisce di più è che non per tutti il trattamento è uguale. Non è certamente una guerra fra commercianti ma Falaschini vorrebbe capire solo perché si usa il buon senso nei confronti di alcuni e il pugno di ferro per altri. “Ho sempre cercato collaborazione, interazione, dialogo, dice, come il buon senso vuole. Ma ho capito, non sono figlio, amico, fratello di nessuno. Non sono una celebrità od un vanto per questa cittadina ma fa male vedere le disparità di trattamento.” Ha provato, d’estate, a mettere un gazebo all’aperto, fuori Porta san Domenico: ebbene, a sue spese, avendo occupato tre posti per invalidi, ne ha dovuti fare altrettanti nelle immediate vicinanze. Eppure può vantare di non avere mai avuto una sola segnalazione nei confronti del suo locale che rimane aperto sino a notte inoltrata e organizza anche delle serate musicali.

 

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