Belelli denuncia scarsa democrazia nel Pd, sempre più lontano dalla gente.

Ci voleva l’ex consigliere comunale e degli Ircer, il dem Massimo Belelli, a provare a dare uno scossone ad un Pd che si sarebbe addormentato, a suo dire, su un comodo divano da salotto senza sentire più il bisogno di scendere in strada e colloquiare con la gente. Non si affida tanto al politichese Belelli quando, sollecitato a dire la sua sulla nuova associazione politico-culturale “Passo dopo passo”, di cui si vanta di far parte, rivendica di rappresentare la vera politica renziana contro chi all’interno del Pd questo spirito o non ce lo ha mai avuto o lo ha perso per strada.

Fedelissimo del sindaco Fiordomo, promotore insieme ad altri della nuova associazione, gli va stretta anche la vecchia associazione “Recanati adesso”, nata entro le mura leopardiane nel 2013 con la voglia di rottamazione della vecchia politica del Pd. Spinta che secondo Belelli un po’ si è spenta perché il gruppo “Recanati adesso” si è amalgamato ed è rientrato “in un meccanismo in cui la lista rischia di diventare una sorta di anima all’interno di un partito. In realtà l’associazione non deve essere un’aria ma rappresentare un principio. Quello che oggi è “Passo dopo passo” che significa tornare a parlare con i cittadini dei problemi del territorio.”

Un rimprovero non tanto velato, letto da molti dei democratici recanatesi come rivolto non solo al Pd provinciale e regionale ma anche alla propria segreteria locale. Belelli insiste nel ritornare a comunicare con la gente. Se questo non si fa è perché, secondo lui, “magari qualcuno non è pro Renzi e non vuole pubblicizzarlo. Io invece ne voglio parlare e poiché nessuno mi fa parlare all’interno del partito io sono costretto a creare un’associazione politico-culturale che organizza eventi e parla di quello che sta facendo questo governo.” Poi incalza: “noi nel nostro territorio subiamo passivamente, non possiamo dire la nostra, ci ritroviamo solo al momento dell’assemblea o al congresso.”

Inevitabile che il discorso cada alla fine sul caso dell’elezione del sindaco Fiordomo all’Ato provinciale criticata dai vertici del partito perché avvenuta con i voti anche dei sindaci di centro destra. “Se l’Ato, afferma Belelli, è competenza dei sindaci, sono questi che debbono decidere fra loro come va fatta la gestione. E se fra loro ci sono anche sindaci di destra, questo significa fare la politica e non essere schiavi di un partito. E se il partito non discute del problema e decidono la linea in quattro senza condivisione, io, che rappresento il territorio e ne conosco i problemi, con i quali combatto tutti i giorni, permetti che dissento e alla fine insieme agli altri decido il meglio per il territorio e per i suoi cittadini?”

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