Mica gli piace tanto il bilancio comunale a Taddei

“Ma quale rinascimento recanatese?” E amareggiato e poco ottimista per il futuro Armando Taddei, assessore al turismo della cittadina leopardiana che all’indomani dell’approvazione del DUP, il documento unico di programmazione per il triennio 2016-2018, si vede sfuggire di mano ancora una volta il sogno  di ipotizzare una progettazione importante per il futuro della città. “Il bilancio del Comune è pressoché ingessato. Come ci troviamo oggi c’è poco da volare, purtroppo possiamo solo fare l’ordinaria manutenzione della città.  Si naviga a vista, lamenta Taddei, e si fanno operazioni di piccolo cabotaggio con il rischio di fare solo della propaganda. Corriamo il rischio di correre dietro a finanziare solo piccole cose che ci possono dare il consenso ma che in definitiva non sono importanti per la città.” La sua, tiene a precisare, non è assolutamente una critica al documento né all’operato dei suoi colleghi di Giunta ma una amara costatazione delle cose come stanno. Per lui è chiaro il percorso alternativo: “Non possiamo certo aumentare le tasse per accrescere le entrate ed è necessario, quindi, coinvolgere i privati per fare investimenti e progettazione. Voglio dire che se noi non facciamo i progetti importanti, se non voliamo alto corriamo il rischio di dover restare in questa palude che è il bilancio asfittico di oggi e i risultati saranno sicuramente molto modesti.” Per Taddei è importante che le imprese locali e non solo queste, diano una mano all’Amministrazione in modo anche da poter intercettare sempre più i finanziamenti pubblici europei. “Ma per fare questo bisogna avere le idee chiare su quello che dobbiamo fare, avere il coraggio di sognare cosa dovrà essere la Recanati del 2025, avere una visione che va al di là di due legislature, bisogna sapersi donare alla città e non cercare solamente un interesse elettorale immediato. Dobbiamo smetterla, però, di andare a cercare gli industriali per gli spiccioli per qualsiasi sciocchezza, dobbiamo smetterla di pietire la loro elemosina e coinvolgerli nei progetti seri perché io sono convinto che le persone che hanno quelle responsabilità, come gli industriali, nei confronti della città dove risiedono, debbano partecipare moralmente e anche economicamente ad un progetto di rinascita della città unitamente al comune.” Ma di che parliamo in concreto? Taddei un esempio lo fa ricordando il suggerimento pervenuto dallo studio effettuato dal Sole 24 ore sul brand Recanati. “Ci era stato proposto di fare a Recanati una specie di culla di giovani geni mondiali che studiassero brevetti per le nostre varie aziende locali. E qui si che ci sono a disposizione molti fondi europei. Se a Recanati venissero da tutto il mondo per un anno per fare progetti innovativi per le grandi aziende, che ancora ci sono nel nostro territorio, soltanto questo farebbe di Recanati una città conosciuta in tutto il mondo al di là di Leopardi e degli altri suoi grandi figli.”

 

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