In questa giornata di commemorazione internazionale dell’olocausto ebraico,il dovere ci impone di ricordare le vittime della Shoah,una grande tristezza e sofferenza sempre presente nel popolo ebraico. Israele la ricorda senza parole,in silenzio nelle case,Sinagoghe e al suono delle sirene. Lo spirito della Shoah si aggira nei cieli d’Europa,le anime di sei milioni di ebrei sono sempre presenti e quando allo YAD VASHEM in Israele si accendono i bracieri per ricordarli,la disperazione diventa pianto.
Importante che in questo giorno e non solo, risalti la parola VIGILARE,affinchè le ideologie che hanno provocato tragedie e lutti non ritornino più. Il compito di oggi è quello di combattere l’antisemitismo,l’odio e l’intolleranza che risuonano spesso nelle piazze, durante i cortei aggressivi,con discorsi antiebraici, antisraeliani, che sfociano in atti di terrorismo e uccisioni di persone che hanno il “torto” di essere ebrei. Bisogna contrastare ogni revisionismo,la disinformazione,ma ancor più ogni forma di indifferenza alla quale spesso questo tempo ci abitua e distrae,nel quale tutto si confonde,tutto si mescola,tutto appare sfuocato,prima di scomparire. Negli anni post Shoah l’antiebraismo viene legittimato attraverso una nuova definizione: antisionismo,che è la forma più moderna di antisemitismo. Questa avversione è sempre visibile e per esplodere con tutta la sua forza attende l’indebolimento dell’organismo della società umana,aspetta il momento adatto per emergere; però la tragedia ebraica non si ripeterà più ,perché oggi gli ebrei hanno uno Stato che li difenderà e questo Stato PIACCIA O NON PIACCIA SI CHIAMA ISRAELE!
Galliano Nabissi
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