L’ultimo struggente saluto a Laura Paoletti e Giosuè Lucaroni

Una piccola bara bianca ed una più grande strette insieme sull’altare della cattedrale di San Flaviano, attorniata da fiori e dai compagni di scuola del piccolo Giosuè seduti lì intorno, e una chiesa gremita con un silenzio profondo: è questa l’ultima immagine, piena di una tenerezza struggente, di Laura Paoletti e di Giosuè Lucaroni. Dopo giorni pieni di angoscia, di rabbia, di immagini terribili questa brutta storia  si è chiusa con un senso di profonda pace testimoniata anche dalla vicinanza e dall’affetto, nelle prime file della chiesa, dei parenti di lei e di lui mescolati insieme a sostenersi nel dolore. height=232

E’ stato Don Pietro Spernanzoni, parroco della cattedrale, che, su espresso desiderio della famiglia, ha celebrato la funzione funebre: poche parole per ricordare una mamma e il suo piccolo stretti insieme nell’ultimo abbraccio alla vita. Don Pietro ha voluto salutare con affetto e ammirazione anche i bambini, che erano seduti sotto l’altare, lodandoli per la loro presenza e la compostezza del loro atteggiamento: ha augurato loro di portare sempre nel cuore il ricordo del loro compagno di scuola.

Il vescovo mons. Marconi è, comunque, voluto essere vicino al dolore delle due famiglie con un messaggio d’amore e di speranza che don Pietro ha letto sull’altare: “Cari fratelli, in momenti come questi l'unica Parola che merita di essere ascoltata è quella del Signore. Le nostre parole umane possono giustamente esprimere solo: la vicinanza a chi soffre e la preghiera per chi ci ha lasciato così tragicamente. Solo Dio conosce quel mistero che è il cuore dell'uomo, da cui scaturiscono le azioni, per cui solo Lui può giudicare e lo fa sempre con misericordia. Per questo tutti invochiamo il rispetto del silenzio, e riflettiamo su noi stessi e sulle nostre azioni, perché per ognuno c'è sempre un passo in più da fare verso il bene. In questa storia, come in ogni storia di dolore, siamo tutti un po’ sconfitti, ma questa tristezza non deve mai diventare rabbia; altrimenti gli innocenti, e gli innocenti ci sono sempre anche se non sappiamo quanti sono, hanno sofferto invano. Il vangelo di questo giorno ci dice che il più grande segno di speranza che Dio dà al mondo, quello che Gesù chiama il segno di Giona, è il segno di una città peccatrice come Ninive, che si converte e chiede perdono. Seguiamo questo consiglio e cerchiamo di dare al mondo di oggi un segno di speranza, continuando ad essere una città che crede nella misericordia”.height=215

La lettura dei brani scelti dal Vangelo è stata affidata alla voce commossa delle due maestre di Giosuè, Alessandra Gianturco e Sara Tittarelli che durante la comunione hanno accompagnato i loro piccoli alunni a salutare il babbo di Giosuè. Per ognuno di loro Lorenzo Lucaroni ha avuto un sorriso e un bacio tenero come se accanto a lui ci fosse ancora il suo bambino.

Alla mesta cerimonia funebre era presente anche padre Raffaele, l’ex parroco della parrocchia dei padri Passionisti, frequentata per tanto tempo da Laura Paoletti: è venuto espressamente da Bari, dove si è trasferito da poco tempo, per portare un saluto a lei a al suo piccino per il quale aveva celebrato il battesimo nella piccola chiesa di San Michele, nel centro storico della città. La mamma Laura aveva voluto che il suo Giosuè fosse battezzato in quella chiesa dove lei, giovane studentessa del liceo classico, ogni mattina passava prima di andare a scuola per dire una preghiera, una chiesa che aveva conosciuto anche grazie al suo ex professore, Don Giovanni Simonetti a cui era particolarmente legata.

Al termine della cerimonia le due bare hanno preso la strada del cimitero cittadino dove sono state tumulate provvisoriamente nella cappellina della famiglia Volpi.

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