I Carabinieri della Stazione di Osimo, hanno posto fine ad una serie di atti persecutori, sorvegliando e tutelando la vittima e riuscendo ad individuare, fermare e bloccare definitivamente padre e figlia conviventi identificati per B.S. 67enne e B.R. 30enne, originari del posto ma da tempo residenti a Porto Recanati, accusati di stalkink ai danni una nota esponente della locale amministrazione comunale, senza una ragione plausibile del comportamento persecutorio.
Si tratta di B.M. di anni 48, ben conosciuta in città, perseguitata con reiterati pedinamenti sia presso la sua abitazione che sul luogo di lavoro e persino nei luoghi pubblici dalla stessa frequentati, creandole uno stato di soggezione ed un grave disagio psicofisico, tali da indurla a modificare le quotidiane abitudini di vita e soprattutto i tragitti percorsi.
La vittima, che viveva ormai in un costante e perdurante stato d’ansia, essendo stata oggetto di continue molestie e minacce, nel mese di agosto dello scorso anno, aveva denunciato ai carabinieri di essere oggetto di “appostamenti notturni e diurni nonché plurimi episodi di inseguimenti serali/notturni con l’autovettura e tentativi di bloccarla” messi in atto proprio dai congiunti B.S. e B.R. che, nelle circostanze più gravi sono sfociate anche in vere e proprie aggressioni fisiche, anche nel centro storico cittadino, ed in danneggiamenti reali.
L’intera vicenda, perdurante da diversi mesi, è stata costantemente monitorata, anche mediante il ricorso ad attività tecniche d’indagine, dai Carabinieri Osimani che, in prima battuta, richiedevano e vedevano favorevolmente accolta “in relazione al dolo reato di atti persecutori”, nel mese di settembre 2015, l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima ed ai suoi prossimi congiunti, emessa dal Gip del Tribunale di Ancona su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona.
Nonostante tale misura gli stalkers ritornavano alla carica agli inizi del decorso mese di gennaio allorquando la vittima aveva già da tempo programmato una serie di conferenze pubbliche, nel corso delle quali, i Carabinieri di Osimo, effettuando mirati servizi di osservazione e controllo nei luoghi frequentati dalla vittima, riuscivano a raccogliere ulteriori gravi, concordanti e precisi indizi di reità a carico degli stalkers, consentendo ancora una volta di appurare la fondatezza delle condotte persecutorie.
L’articolata e certosina attività indagine, corroborata dalle denunce della vittima e dalle decine di informazioni testimoniali raccolte, ha permesso di raccogliere importanti elementi di Polizia Giudiziaria, tra cui mirate minacce di morte nei confronti della vittima, che consentivano di richiedere e trovare favorevole accoglimento nell’impianto accusatorio formulato dall’Autorità Giudiziaria, l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in luogo di cura emanata dal Gip del Tribunale di Ancona su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, per l’accertata violazione del delitto previsto e punito dagli artt. 110 e 612-bis C.P. “perché, in concorso tra loro, perseguitavano la vittima in modo tale da cagionarle stato di ansia nonché un fondato timore per l’incolumità propria e dei congiunti”.
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