la professoressa Donatella Donati, studiosa del Leopardi e collaboratrice ai tempi di Franco Foschi del Centro Nazionale di Studi Leopardiani, solleva il caso del dipinto, opera del pittore Irnerio Patrizi e raffigurante don Alessandro Magnaterra (1918-1953), parroco per moltissimi anni del quartiere di Castelnuovo.
Irnerio Patrizi, figlio di Mariano, è stato per lungo tempo professore di storia dell’arte a Bologna, dove era molto noto come pittore e critico d’arte, e fu per qualche tempo in esilio a Recanati dopo essere stato per 2 o 3 anni nell’istituto di cultura tedesco a Berlino. Dipinse molto nel periodo recanatese: fece i ritratti per intero ai Leopardi, che sono collocati all’interno della nobile dimora del poeta Giacomo, con un perfetto stile cinquecentesco.
“Fece anche un ritratto, racconta la Donati, a Don Attilio Moroni che volle essere raffigurato a mezzo busto, in un quadro di 3 metri di altezza per uno e mezzo, con addosso la mantellina da cardinale anche se lui non era cardinale.” Il Patrizi fece anche un quadro a grandezza naturale di don Alessandro Magnaterra di Castelnuovo di cui era molto amico: “un prete spiritoso, che amava mangiare e bisbocciare, molto amico di padre Ercole Benedettucci. Mio padre, racconta ancora la Donati, pur essendo un non credente era molto amico di questi personaggi, in particolare di don Alessandro Magnaterra. Ora quel quadro fu lasciato in eredità dallo stesso sacerdote a mio padre. Quando io e mio fratello abbiamo chiuso la casa decidemmo di donarlo al Comune di Recanati e ricevemmo in cambio una letterina del sindaco di allora, Rolando Garbuglia, che ci ringraziava e ci comunicava che con una delibera di Giunta il dono era stato accettato. Io, però, quel quadro non l’ho più visto in circolazione: se è in casa di qualcuno è un furto, se lo tengono in un magazzino, come probabilmente è, è uno spreco perché è una bellissima opera. Con mio fratello abbiamo pensato che il quadro potesse testimoniare in qualche modo la presenza anche religiosa nella vita della città di Recanati di un personaggio come don Alessandro Magnaterra, conosciutissimo in città e molto amato.”
Il direttore dei musei cittadini, Antonio Perticarini, non ha memoria di questo dipinto che potrebbe trovarsi, ipotizza, nel magazzino insieme al altre opere non esposte che aspettano un ampliamento dei musei cittadini per poter trovare adeguato spazio. Consiglia alla Donati di fare una richiesta ufficiale al Comune perché possano essere iniziate le ricerche del quadro “perduto”.
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