Sentenza del Burchio: il pensiero di Alessandro Palestrini

La recente sentenza sulla lottizzazione del Burchio, è stata estremamente chiara e rafforza le ragioni sostenute dall'amministrazione Montali, la quale riteneva illegittimo l'iter di approvazione avviato dall'amministrazione Ubaldi e ne valutava negativamente l'impatto ambientale, economico e sociale.
Il Consiglio di Stato ha infatti accolto l'appello proposto dal Comune di Porto Recanati.
Il motivo è che il Comune (allora rappresentato dalla Giunta Ubaldi) "ha omesso del tutto di valutare il gravissimo negativo impatto che l'opera avrebbe avuto sul delicato equilibrio del proprio territorio".
Parole pesanti, che premiano tutte le persone che in questi anni si sono battute per difendere il proprio territorio dall'ennesima speculazione edilizia.
Di questa storia sarebbe opportuno ricavarne dei preziosi insegnamenti.
Il primo è che il pressappochismo di alcuni amministratori hanno messo a repentaglio la sicurezza della nostra città, nel nome di un interesse privatistico che in passato ha già causato molti altri danni, basta farsi un giro per la città per rendersene conto.
Il secondo è che non è vero che i cittadini non possono fare niente contro queste speculazioni, infatti il loro voto alla lista Noi per Porto Recanati ha permesso di eleggere persone (non tutte per la verità, il Pd per esempio si è subito smarcato) che si sono adoperare per salvaguardare il territorio, e la loro coraggiosa azione si è dimostrata vincente.
Il terzo insegnamento è quello che più degli altri rivolge lo sguardo al futuro.
Dobbiamo cambiare e reinventare lo spazio urbano seguendo logiche diverse da quelle finora pensate, in modo da soddisfare realmente i bisogni sociali dei cittadini.
Troppo spesso tale spazio è pensato e organizzato secondo rapporti di produzione determinati e imposti dal mercato.
In un certo senso il diritto economico sembra venire prima del diritto alla cittadinanza inteso come diritto dei cittadini a far parte del processo decisionale.
Il diritto alla città è quel diritto che premia la socialità degli spazi urbani prima della economicità.
In questo senso occorre valutare e avviare seriamente importanti processi di riqualificazione urbanistica di diverse aree cittadine che in futuro dovranno essere nuovamente messe a disposizione della cittadinanza.
Dobbiamo riconquistare la Pineta, l'area del Capannone Nervi, la zona archeologica di Potentia, la centralissima Piazza Brancondi che versa in condizioni penose, l'area della ex scuola Gramsci e molte altre zone di cui purtroppo non riusciamo più a fruirne come dovremmo.


Alessandro Palestrini

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