E’ partita nei giorni scorsi dal suo paese romeno di Frumusani, a 25 km da Bucarest, per venire a vedere la città che conserva il ricordo del suo grande amore: Beniamino Gigli. “Io senza la sua voce non so vivere” ci dice Margareta Mihaela Pamfir in uno stentato italiano appreso dal dizionario e dalla lettura dei libri che sono stati scritti in memoria di quello che lei definisce il tenore più grande di tutti i tempi. “Sono rimasta incantata della sua voce all’età di 13 anni quando anche nel mio paese era giunta la notizia della morte di Gigli e con essa il suo canto diffuso dalla radio nazionale.” Un vero colpo di fulmine. Da allora non passa giorno che, nei ritagli del suo tempo libero, non si soffermi ad ascoltare le sue intramontabili interpretazioni. Pensionata, ha lasciato il marito a casa e si è imbarcata in un aereo per raggiungere Recanati. Ha visitato ogni singolo angolo della città che porti anche un piccolo ricordo del tenore. Ieri mattina è salita anche in Comune per vedere il pianoforte che fu del tenore, custodito da tempo all’interno dell’Aula Magna. Ha le lacrime agli occhi quando parla di Gigli. “Sono andata a vistare anche la tomba nei giorni sorsi. Avevo comprato un bel mazzo di fiori per posarlo sul suo sarcofago ma ho trovato la tomba chiusa perché sono in corso i lavori di restauro. Grazie alla gentilezza di una persona sono riuscita a farmi aprire la porta. E’ stata un’emozione grandissima. Ho pregato sulla sua tomba, ho scritto una dedica sul registro e ho lasciato il mio mazzo di fiori alla voce che ha catturato il mio cuore.” Oggi Margareta s’incontrerà per la prima volta con Luigi Vincenzoni, nipote del tenore, e con il maestro Ermanno Beccacece, direttore della Civica scuola di musica intitolata proprio al tenore. Poi ritornerà nella sua Romania portando con sé il ricordo di una vacanza tra le più belle della sua vita.
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