Espiantati dal corpo di Andrea alcuni tessuti ed organi fra cui le cornee

Sarà eseguita con ogni probabilità nella mattinata di domani l’ispezione cadaverica di Andrea Pavoni il 34enne recanatese morto ieri lungo l'A14 nel comune di Loreto, in sella alla sua Bmw acquistata da meno di un mese. Poi il magistrato restituirà il corpo ai familiari perché possano celebrarsi i funerali.  Si è appreso in queste ore che Andrea, un giovane dipinto dai suoi cari e dai tutti suoi amici come sempre disponibile e generoso, era iscritto all’Aido, e gli organi ancora vitali potranno essere espiantati, come è già avvenuto per le cornee. Sono in tanti in queste ore a stringersi intorno al dolore della sua famiglia, della mamma Norma, del papà Giancarlo, della sorella Ilaria e del fratello minore Paolo. Appassionato di moto (recentemente aveva partecipato ad un raid motociclistico alle sorgenti del Tevere) e di sport: a Recanati, dove era nato e vive la sua famiglia, lo ricordano gli amici delle freccette (faceva parte della squadra del Dart Club del pub recanatese Revenge). Uno dei titolari, Michele Storani, è stato il primo, purtroppo, a sapere del tragico incidente. “Lo attendevo, ci dice, perché dovevamo uscire insieme per andare a farci una partitina a freccette come ci capitava di fare spesso la sera. Quando ho visto che ritardava l’ho chiamato più volte al cellulare finché mi ha risposto l’agente della stradale che era lì sul posto a rilevare l’incidente. Era un vero amico, un ragazzo sempre disponibile e sincero.” Andrea dai molteplici interessi sportivi ha giocato anche a basket con la squadra dell’US Acli. A Porto Recanati, nella sua attuale città di residenza, lo immaginano ancora a far parte della ciurma del quartiere Europa per correre il Palio di San Giovanni come aveva fatto nel passato.  Andrea, in tasca una laurea in Economia e Commercio acquisita all’Università Politecnica delle Marche di Ancona, dopo diverse esperienze lavorative faceva l’operaio in una ditta in località strada Regina, la Cs Stampi. Quando i turni glielo consentivano, nel fine settimana, continuava ad andare a fare anche il cameriere per racimolare qualche soldo in più. Antonio Menghini del ristorante recanatese “La torre antica” lo ricorda come un ragazzo buono, “un vero pezzo di pane, quasi timido”, quando, allora studente al primo anno di università, svolse la sua prima esperienza di cameriere per un’intera stagione nel suo locale ai giardini pubblici.

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